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Napoli, ecco l’equazione che condanna Sarri?

Il tecnico del Napoli ha tre meriti indiscutibili: ha valorizzato il parco giocatori, generato plusvalenze e fatto divertire. Però, nessun titolo. Serve altro?

Redazione Il Posticipo

Napoli X+3=-3 (titoli). Un’equazione che sintetizza l’approccio fornito da Sarri a questa squadra e alla società. Al netto dell’occasione perduta, il tecnico di Figline lascia in eredità tre capisaldi. Valorizzazione del parco giocatori, plusvalenze, divertimento. Tre fattori che alla resa dei conti però, si risolvono con meno 3 titoli rispetto ai predecessori.

DE LAURENTIIS – Le parole del presidente azzurro non sono casuali: anche con Mazzarri è arrivato secondo. E letto fra le righe, il messaggio è chiarissimo: oltre ai piazzamenti, contano anche le vittorie. E l’attuale tecnico del Torino, con una squadra assolutamente inferiore rispetto a questa, ha centrato la Champions e vinto la Coppa Italia. Bissata poi da Benitez che ha messo in bacheca anche una Supercoppa Italiana. E Sarri?

INCOMPIUTO – Il Napoli dell’ultimo triennio è senza dubbio il più bello e incompiuto. Non ha vinto ma ha garantito la valorizzazione di diversi calciatori e straordinarie plusvalenze. Due nomi su tutti: Koulibaly, pezzo pregiatissimo del mercato azzurro. E Higuain, venduto a peso d’oro due anni fa. Obiezione: l’argentino è andato a vincere altrove. Accolta, ma solo in parte: la Juventus ha vinto anche prima e senza di lui.

SARRI – Resta da capire quale sia il destino di Sarri: la sensazione è che, anche alla luce dell’equazione, il ciclo del tecnico di Figline sia giunto al capolinea. Del resto il suo lavoro sembra molto simile a quello di un professore. Ha istruito il Napoli alla vittoria, ma per laurearsi campione d’Italia serve altro. A cominciare da un mercato competitivo: con o senza Sarri. La cui bontà del lavoro, al netto degli “zero tituli” è sotto gli occhi di tutti: il Napoli ha lottato per la conquista dello scudetto con la Juventus sino a poche giornate dal termine. Uno scontro impari: basta leggere le formazioni delle due squadre. Quale azzurro sarebbe titolare in bianconero? Ecco perché si torna all’equazione di cui sopra: per vincere, serve altro.