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Napoli, la gestione Sarri nel segno di Milik?

Napoli, la gestione di Milik lascia in eredità la sensazione che Sarri non scenda ad alcun compromesso. Con lui, giocano sempre gli stessi.

Redazione Il Posticipo

Nel segno di Milik. In tutti i sensi. Il finale di stagione del Napoli ha visto protagonista il calciatore polacco, capace di realizzare tre gol in undici partite e alimentare qualche dubbio. Se avesse giocato prima? O se fosse stato impiegato con più frequenza dopo l’infortunio?

GRUPPO – Il polacco è l’esempio migliore dell’utilizzo della rosa di Maurizio Sarri. Solo una presenza da titolare nelle ultime undici. Fotografia perfetta dell’idea di calcio del tecnico di Figline. Un maestro sul campo, ma forse non eccelso nella gestione di equilibri uomini ed umori dello spogliatoio. Certo, le vittorie aiutano a rinsaldare, ma l’allenatore toscano adesso è al redde rationem. Il suo è senza dubbio un calcio spettacolare ma prevede l'utilizzo di meno di quindici giocatori. Perché? Qual è il problema? Possibile che gli altri elementi della rosa siano poco ricettivi. Oppure servono specialisti del ruolo?

DELUSI - Per informazioni chiedere a Giaccherini e Pavoletti, andati a cercare fortuna e gol altrove dopo aver giocato poco più di un giovane della primavera. I due sono in buona compagnia. Anche Maksimovic ha puntato il dito contro l’allenatore, specificando quanto sia difficile “costringerlo” a cambiare idea. Il risultato di questa gestione? Una squadra bellissima ma sfinita, che non ha retto sul piano fisico e nervoso. Certamente l’infortunio di Ghoulam (dopo quello di Milik) ha influito, ma pensare di competere su più fronti e superare la Juventus ruotando 15 giocatori appare un esercizio di ottimismo esagerato. Guai però, a farglielo notare. Perderebbe immediatamente le staffe.

GRANDE – La questione, dunque, è molto semplice: Sarri, amatissimo dai calciatori, specialmente da chi gioca di più, riuscirà a cambiare atteggiamento? Il dubbio più grande di De Laurentiis si poggia proprio su questa base. Perché investire milioni di euro sul mercato per consegnare all’allenatore dei giocatori che con ogni probabilità non saranno utilizzati? Il ragionamento regge, ma sino a un certo punto. Dipende chi si acquista. Ecco, in questo senso Sarri è l’allenatore ideale per il Napoli, che resta spesso immobile sul mercato. E qui le posizioni si intrecciano sino ad annodarsi. Il concetto è quasi “filosofico”. De Laurentiis non compra top player per paura che Sarri non li faccia giocare. O Sarri non fa giocare chi compra De Laurentiis perché non è migliore di chi già c’è? La sensazione è che molto, se non tutto, del futuro del Napoli dipenda dallo scioglimento di questo nodo gordiano. Anche perché sperperare tutto questo spettacolo appare davvero ingiusto...