Non diciamo nulla di nuovo sostenendo che dentro ogni argentino alberga sempre un pezzettino di Diego Armando Maradona. Che esce fuori anche nei momenti meno opportuni. Come, ad esempio, mentre si parla di Messi. E se persino il CT dell'Albiceleste riesce nell'impresa di chiamare la Pulce "Diego", spiegando perchè il numero 10 non ha giocato contro l'Italia, qualcosa vorrà dire. Che Maradona non può essere dimenticato o messo da parte, questo è certo. Ma anche che, senza una Coppa del Mondo da sollevare, Leo Messi non sarà mai come el Diez. Che, almeno in Argentina, resterà la spalla in una storia che è sua, ma non fino in fondo. Che, per dirla alla Batistuta, Leo rimarrà prosa, perchè solo Diego è poesia.
calcio
Il lapsus di Sampaoli – Se la Pulce diventa Diego…Messidona
Il CT dell'Albiceleste riesce nell'impresa di chiamare la Pulce "Diego". Sintomo di quanto la figura di Maradona oscuri ancora quella di Messi, almeno in Argentina.
Da quando non c'è Diego, l'Argentina non vince più
Un Mondiale che fa tutta la differenza del mondo. Che a ben vedere servirebbe a poco a chi ha vinto tutto ciò che poteva vincere, concedendo spesso anche il bis. Ma c'è chi Leo Messi non lo ha mai vissuto a pieno. Anzi, qualcuno stenta anche a riconoscerlo come leader di una Nazionale che non sa più sognare quando Diego non indossa la numero 10. La chiamano la Maledizione del Diez e ha colpito anche chi da dieci anni a questa parte è con tutta probabilità il miglior giocatore del mondo. Sì, Messi, forte ma... Quel ma è il sentimento popolare di chi in Argentina quattro anni fa in finale voleva vedere Tevez. Quel ma è una consacrazione a casa sua che la Pulce non ha mai conosciuto.
Messi deve ancora dimostrare qualcosa in Nazionale
Quel ma, volendo, si accende con l'errore di Higuain nella finale del 2014. Eppure il mondiale, per qualche motivo, non lo perde l'Albiceleste. Lo perde (anzi, non lo vince) Messi. Come se Leo giocasse da solo. Anche qui, abbastanza comprensibile come atteggiamento. Soprattutto quando sei stato abituato a vedere in campo qualcuno che sì, in effetti le partite rischiava di vincerle davvero da solo. Altro calcio, altro momento storico, probabilmente ora anche Maradona avrebbe dovuto adattarsi e certamente sarebbe diventato uno splendido uomo squadra come lo è Messi. Anzi, forte del suo carisma innato, Diego sarebbe ancora più guida di Leo, leader indiscusso ma un po' malinconico, almeno quando non indossa la maglia del Barça ma quella dell'Albiceleste. E quella in Russia, forse, è l'ultima occasione per dimostrare qualcosa. Al suo popolo, ma anche a se stesso.
Riuscirà Messi a diventare Leo?
Una battaglia che è diventata allo stesso tempo personale e nazionale, croce ma anche delizia di un'Argentina che vede lentamente scorrere i titoli di coda di una generazione che è stata protagonista, ma che non ha vinto a livello internazionale.Sarà per questo che Sampaoli, anche involontariamente, invoca lo spirito di Diego? Difficile a dirsi. In ogni caso, l'ultima fermata del treno albiceleste è prevista a Mosca a metà luglio. Lì sapremo se il numero 10 sarà diventato Leo o sarà rimasto solamente Messi. Un dettaglio che può fare la differenza nel giudicare una carriera. Come certifica alla perfezione il lapsus del commissario tecnico.
© RIPRODUZIONE RISERVATA