Inter, ultimo giro di Walter? L’ex direttore sportivo nerazzurro avrebbe lasciato in dote un regalo all’Inter. Sandro. Il centrocampista brasiliano inseguito da anni e accasatosi al Benevento. Una scelta che sembrava incomprensibile ma che nelle ultime ore sembra molto più chiara. Anzi, molto nello stile del dirigente che ha appena lasciato.
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Inter, è Sandro l’ultimo regalo di Sabatini?
Inter, l'ultimo regalo di Walter Sabatini potrebbe essere stato Sandro. Un acquisto utile in termini numerici e sopratutto economici...
Sandro solo di passaggio…
La situazione è abbastanza delineata: Sandro è in prestito al Benevento che è ormai condannato alla retrocessione. A giugno non tornerà in Turchia, all’Antalyaspor, società con cui è legato con un contratto sino al 2020 da 1,3 milioni a stagione. Il club sannita ha l’obbligo di riscatto ma sarà chiaramente impossibilitato a trattenere il brasiliano in Serie B. E quindi si prospetta una permanenza in Italia, specificatamente a Milano, in maglia nerazzurra, magari a prezzo di super saldo, a una manciata di milioni di euro. Perfetto per l’Inter, che non lo acquisterebbe certo per essere un titolare, ma realizzerebbe una enorme plusvalenza vendendo Brozovic o Joao Mario a più di trenta milioni per sostituirlo con un acquisto da meno di cinque.
Un futuro da riserva…anche economica
Ovvio che i tifosi nerazzurri possano storcere il muso ma Sandro non giungerebbe certo a Milano per essere titolare. Anche perché la sua storia recente non sostiene un’ipotesi del genere: negli ultimi tre anni il brasiliano ha giocato, in media, una quindicina di partite a stagione, sebbene in questo scorcio di campionato stia accumulando presenze con grande continuità rispetto ai suoi standard. Al netto dei problemi fisici, si parla comunque di un calciatore d’indubbio spessore tecnico tattico, collocabile come mediano e in grado di non far rimpiangere nessuno degli attuali titolari della rosa dell’Inter se chiamato a scendere in campo. Del resto il primo interessamento per il centrale di centrocampo risale al 2013. Qualche anno dopo, il matrimonio potrebbe celebrarsi comunque: magari non sarà una cerimonia in pompa magna, ma all’insegna della sobrietà. Di conti e prospettive.
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