La scorsa estate ha rappresentato molte cose diverse. Dal punto di vista calcistico, però, ha significato qualcosa di tanto diverso quanto definitivo per una squadra, il Bayern Monaco. Per i bavaresi, la scorsa estate ha rappresentato la fine di un incubo. Durato 6 anni. E dire che in questi anni, la dirigenza ha investito molto anche in allenatori. Come Pep Guardiola, chiamato in Baviera proprio per vincere la Champions. E Rummenigge spiega come è andato l’addio.
LE LACRIME – Guardiola ha passato tre anni in Germania dove ha riscosso successo. Tre campionati vinti, due coppe di Germania, una supercoppa UEFA e il mondiale per club. Certo, non è riuscito a conquistare la Coppa dalle grandi orecchie ma non è facile per nessuno. Nemmeno per i migliori. E tutte le storie, anche le più belle, giungono al fine. Karl-Heinz Rummenigge ha raccontato alla Bild: “Un pomeriggio che ricorderò sempre: novembre 2015. Stavamo mangiando insieme e mi ha detto di voler lasciare il club. Aveva bisogno di una nuova sfida. Ha giocato a carte scoperte dall’inizio. È stato un pomeriggio emotivamente importante: ha pianto, anch’io ho versato delle lacrime. È stato memorabile per me“.

UN BEL RAPPORTO – Tra i due si era sviluppato un gran bel rapporto d’amicizia. Due ex calciatori, due uomini di sport dopo il ritiro. Rummenigge ricorda anche i pomeriggi passati a bere insieme. Ma tra i due, il rapporto non si è guastato. “È totalmente affidabile, una grande persona con la quale ci si può divertire molto. Io e Pep ci scriviamo ancora, non è un gran fan di Whatsapp. Ci siamo scritti a Natale e a capodanno. Siamo regolarmente in contatto: si è sviluppata un’amicizia“. Insomma, non è facile immaginarsi Rummenigge in lacrime, ma è pur vero che se Guardiola dice di volersene andare da una squadra, anche i seggiolini dello stadio potrebbero disperarsi.
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