Ruggiero Rizzitelli, un tifoso in campo. Un “cuor di leone” con l’animo di un ultras. Anno 1991, 6 ottobre. La Roma è in svantaggio nel derby 0-1. I giallorossi non ci stanno: al minuto 85 Haessler mette in mezzo un pallone che sembra una preghiera. Alto e neanche troppo teso: non importa. Su quel pallone arriva lui, Ruggiero Rizzitelli nato solo per le anagrafe a Margherita di Savoia. Romano e romanista: di testa anticipa Bergodi, tanto più alto quanto ingenuo. Palla all’angolo più lontano. Un gol sotto la Sud e una corsa sfrenata a sfogare una gioia irripetibile. Ruggiero Rizzitelli è un cuore di Roma. In Coppia con Rudi Voeller, quasi si arrampicano in cima all’Europa. Un palo, in finale di Coppa UEFA, gli negò la gloria. Si rifà con gli interessi, vincendo la Coppa Italia strappandola alla Samp campione d’Italia. Non ha mai nascosto il suo amore per la Roma. E “gioca” con noi il derby.
Intervista esclusiva a Ruggiero Rizzitelli
Rizzitelli, non si dica che è una partita come le altre?
No non può esserla. I derby non si giocano. E a me interessa vincerlo e non importa come. É una partita di alta classifica, però non perde di significato.
Dunque è ancora uno spartiacque, oltre che una sfida di vertice?
La pressione di un derby a Roma può cambiare la stagione. Il fatto che sia anche uno scontro diretto ne amplifica la portata. Una vittoria contro la Lazio significa anche acquisire forza, autostima fiducia, morale e consapevolezza. Di Francesco che li ha vissuti anche da calciatore ne è pienamente consapevole.
A proposito di Eusebio Di Francesco: ha convinto proprio tutti
Ne sono molto contento. Ha pagato lo scotto della sconfitta in casa con l’Inter, fra l’altro immeritata. Dopo 3-4 partite si percepiva un certo scetticismo. É stato bravo a isolarsi dalle critiche, proseguire per la sua strada. Ha risolto diverse partite indovinando i cambi e le scelte e poi ha rilanciato anche diversi giocatori che sembravano perduti o in difficoltà come Gerson. Il recupero del brasiliano è merito esclusivamente del mister.
Gerson decisivo a Firenze. E invece chi può essere l’uomo derby?
Spero possa essere chiunque. Chiaramente avrei particolare piacere se fosse un romano. So quanto è dura la settimana del derby e mi piacerebbe che lo risolvesse uno come Pellegrini, Florenzi, magari Daniele De Rossi.
Ultima domanda, facile facile. Il suo derby più bello
Veramente troppo semplice rispondere. Quello del gol a due minuti dalla fine sotto la Sud. Un’emozione indescrivibile, per me, giocatore-tifoso, impossibile da descrivere. Bisogna viverla.
Beh, lui l’ha vissuta…
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