L'Ungheria ha una montagna da scalare. La squadra del Commissario Tecnico Marco Rossi ha già realizzato una impresa straordinaria a bissare la presenza del 2016. E difficilmente, almeno sulla carta, andrà oltre. I danubiani sembrano il classico vaso di coccio fra quelli di ferro. Nel gruppo di Germania, Francia e Portogallo appare complicato coltivare sogni di gloria, ma si gioca sul campo. E Rossi vuole viversi la sua avventura sino in fondo. Le sue parole sono riprese da Sky Sport.

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Rossi: “Nessun trattamento particolare per CR7. Se giochiamo come la Turchia, facciamo la stessa fine”
L'Ungheria ha una montagna da scalare.
IDENTITA' - L'Ungheria non è favorita. Ma ha un enorme orgoglio. "Giocheremo di fronte a tantissima gente. E rappresenteremo un paese che ha alle spalle comunque una storia calcistica importante. Non dobbiamo dimenticare cosa sia stata l'Ungheria nella storia del calcio. Il Ct dell'Ungheria non ha un credo assoluto. Parte solo da un concetto di organizzazione. "Servono idee chiare dal punto di visto tattico, avere un impianto e non snaturarlo. I ragazzi non hanno bisogno di motivazioni particolari, questo tipo di partite si caricano da sole. Sono consapevole che il calcio ungherese, in questi anni, abbia perso il proprio appeal. Cercheremo di restare fedeli a noi stessi anche nei momenti di difficoltà come in occasione dello spareggio contro l'Islanda. Una serata particolare. Difficile. Risolta solo a due minuti dalla fine. Szoboszlai si è inventato il gol della qualificazione".
PORTOGALLO - Szoboszlai non ci sarà. CR7 e compagnia invece si. L'esordio è complicatissimo. Contro il Portogallo di Cristiano Ronaldo. I campioni in carica. E una squadra potenzialmente anche più forte di quella del 2016. "Non abbiamo preparato un piano particolare. Cercheremo di metterlo in difficoltà anche se i rapporti di valore sono assolutamente chiari. Affrontiamo una squadra molto più forte della nostra. Difficile pensare che basti una mossa per complicargli la vita. L'unica certezza è che potremo metterli in difficoltà solo se saremo squadra. Non credo abbia molto senso ricalcare il canovaccio visto ieri dalla Turchia quando ha affrontato l'Italia. Se dovessimo presentarci con quell'atteggiamento, ovvero quello di chiuderci dietro e prendere a calcioni il pallone per lanciarlo in avanti, sarà solo questione di tempo. E prima o poi faremmo la loro stessa fine".
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