Nonostante si parli di un professionista esperto e di un calciatore navigato, non deve essere stato affatto semplice per Kevin Strootman rimettere piede al San Paolo. Uno stadio che non lo ama di certo, a causa di un brutto gesto di qualche anno fa, e che non ha lesinato fischi ad ogni tocco di palla del centrocampista olandese. Ma soprattutto uno stadio in cui il numero sei giallorosso ha solo brutti ricordi. Per lui, prima di questo 2-4, solamente due partite in casa del Napoli. Una condita da un cartellino rosso, l’altra forse nella giornata sportivamente più triste della sua carriera. C’era quindi da superare un ostacolo psicologico. Missione compiuta.
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Strootman, vedi Napoli e poi riparti
Una partita speciale, condita da un'ottima prestazione, per l'olandese della Roma. Che prima di questa vittoria aveva al San Paolo solo ricordi non esattamente felicissimi.
Strootman, al San Paolo l'infortunio...
Della tradizione relativamente positiva degli ultimi anni della Roma in casa del Napoli, Strootman non ha fatto mai fatto parte. Nell'1-3 dello scorso anno non era a disposizione per una lombalgia, mentre nella stagione 2015/16 la trasferta in Campania ha rappresentato l’ultima partita di assenza dovuta all’infortunio al legamento crociato. Legamento crociato che, per un crudele scherzo del destino, lo ha abbandonato proprio al San Paolo. Certo, c’è stato l’intervento di Valbuena in nazionale, ma il crack definitivo, quello che in buona sostanza ha costretto l'olandese a due anni e mezzo di inattività, è arrivato proprio a Napoli. Un ricordo difficile da spazzare via, per combattere il quale forse non basterà neanche la vittoria di questa stagione.
...ed una espulsione con polemiche
Quell'uscita dal campo, a differenza di molti infortuni gravi, non fu salutata neanche da un minimo di comprensione da parte del pubblico di casa. Colpa di quel brutto episodio di neanche un mese prima, quando la Roma ormai eliminata dalla coppa Italia dal Napoli di Benítez perde un po’ la testa e Strootman con lei. Espulsione per doppio cartellino giallo, il secondo dei quali per proteste, e sputo verso i tifosi del Napoli. Tifosi che, naturalmente, non lo hanno mai perdonato e che anche nella serata trionfale del San Paolo non hanno mai lesinato le loro attenzioni speciali al centrocampista olandese. Che oltre a giocare contro la prima in classifica, si e anche ritrovato quindi nel bel mezzo di una battaglia personale, tra antipatie mai sopite e ricordi da dover cancellare.
Da lavatrice a cingolato diesel
Poteva essere un’altra serata da incubo per Strootman a Napoli, ma alla fine si è trasformata nel suo primo trionfo personale sotto al Vesuvio. L’olandese, che ormai non ha più il fisico asciutto e scattante dei primi tempi a causa degli infortuni, non è più forse la lavatrice pulisci palloni dei tempi di Rudi Garcia, ma certamente è un bel cingolato, che con tutta probabilità è alimentato da un motore diesel. Il numero sei giallorosso non avrà ancora raggiunto i suoi livelli standard, ma giocando con continuità sta crescendo inesorabilmente alla distanza, sia che giochi nel suo ruolo ormai abituale, quello di mezzala, sia che gli tocchi, come gli accaduto di frequente quest’anno, sostituire capitan de Rossi nei compiti di interdizione e di regia dal vertice basso del triangolo di centrocampo. E per lui, imprevedibilmente molto social nonostante sembri molto schivo e riservato, non è ancora arrivata nessuna foto a commentare una vittoria tanto importante. Giusto per sottolineare quanto la soddisfazione di aver sfatato il tabù San Paolo sia particolarmente personale.
E se, sportivamente parlando, per Strootman valeva il detto vedi Napoli e poi muori, ora si può sostituire il secondo verbo con un più beneaugurante parti, come un carro armato. Anzi, forse è meglio riparti. Come una lavatrice si è inceppata, ma che ora, finalmente, ricomincia a girare a pieno regime.
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