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Marco Savorani: il segreto della Roma è dietro la porta

Prima l'ottima stagione di Szczesny, che ha saputo superare le incertezze che aveva palesato ai tempi dell'Arsenal. Ora l'esplosione di Alisson, che con la sua incredibile reattività sta difendendo i pali della porta giallorossa. Comune...

Francesco Cavallini

Quello del portiere è un ruolo così particolare che è complicato spiegarlo a chi non l'ha mai vissuto. È un mondo completamente diverso da quello dei calciatori di movimento, legato a necessità atletiche differenti, a una preparazione minuziosa e che non può certo essere la stessa degli altri dieci undicesimi della squadra. Non per niente, quella dell'estremo difensore è l'unica posizione in campo che necessita di un apposito preparatore. I preparatori dei portieri sono gli eroi meno celebrati delle stagioni vincenti e possono essere la ragione di quelle che vanno così così. Perchè se è vero che il portiere è l'unico calciatore i cui errori sono quasi sempre irrimediabili, c'è bisogno di una figura che curi nei minimi dettagli ogni singolo aspetto degli allenamenti.

Szczesny miglior portiere della passata stagione

Non è certo un caso che nessuno possa improvvisarsi preparatore dei portieri, se non qualcuno che in carriera è stato un estremo difensore. Qualcuno che sappia raccontare per filo e per segno a chi dovrà infilarsi in mezzo ai pali tutti i rischi, tutti i pericoli, tutta la ormai celeberrima solitudine del numero uno. Qualcuno che oltre che sul fisico lavori anche sulla testa e che sia in grado di capovolgere un portiere da capo a piedi, trasformandolo in un muro invalicabile. La metamorfosi di Szczesny, ora secondo di Buffon ma prima numero 1 (anzi, 25) della Roma, è valsa al polacco il premio come miglior portiere della scorsa stagione. E diventa quindi logico assegnare il premio come miglior preparatore a chi ha orchestrato e reso possibile questo cambiamento.

Marco Savorani, il re dei preparatori dei portieri

Il miglior preparatore dei portieri della Serie A è Marco Savorani, classe 1964, che a Roma ci è nato e cresciuto, fino ad arrivare a difendere la porta della Roma Primavera scudettata nel 1983/84, quella di Giannini e di Desideri. L'esordio con i giallorossi però non arriva mai e il giovane portiere comincia il suo personalissimo giro d'Italia, che lo porterà a indossare le maglie (tra le altre) della Lodigiani, del Como e del Pescara. Al momento di appendere guanti e scarpini al chiodo, la scelta è quasi inevitabile.C'è da spiegare a tanti ragazzi che cosa significhi essere un portiere. A partire da Piacenza, per passare poi a Verona, sponda Chievo, Bergamo e Siena (assieme ad Antonio Conte e a Sannino). Poi, nel 2014, chiama la Roma, il vecchio amore. Impossibile dire di no.

Scudetto con la Primavera...

A Trigoria Savorani prende in carico i ragazzi della Primavera, che da sempre sforna ottimi portieri a livello giovanile. E nel solco della tradizione il preparatore giallorosso comincia a costruire i ragazzi che nel giugno 2016 vinceranno lo Scudetto di categoria, in particolare Lorenzo Crisanto.Il toscano non ha proprio il fisico da portiere, non è altissimo o ben piazzato, ma ha dei riflessi felini e coraggio da vendere ed è fondamentale nell'annata del tricolore. Merito anche di chi lo ha allenato, ma lo si capirà solo più avanti. Per la precisione quando la Roma, visti gli ottimi risultati, decide di affidare alle cure di Savorani i portieri della prima squadra.

...e con la prima squadra chissà

Anche in questo caso, il lavoro dà ragione all'ex numero uno delle giovanili. Szczesny, da sempre considerato portiere poco affidabile, vince il premio come miglior estremo difensore dell'anno. E Alisson, arrivato tra lo scetticismo di molti nonostante la maglia da titolare della Seleçao, è uno dei segreti della nuova Roma di Di Francesco. Con i suoi prodigiosi interventi ha salvato i capitolini contro l'Atletico Madrid e anche contro il Milan, respingendo una conclusione di Bonucci di non facile lettura, ha permesso poi ai compagni di assestare l'uno-due decisivo. Le ottime prestazioni sono certo merito anche delle capacità atletiche e tecniche dei due, ma il filo conduttore che parte da Crisanto ed arriva ad Alisson Becker comincia ad essere abbastanza evidente. Dietro un grande portiere, c'è sempre un ottimo preparatore. Anzi, il migliore. Alla Roma l'hanno capito e se lo tengono ben stretto.