Le parole hanno un loro peso specifico. Così come ce l'hanno le scelte, anche se vengono fatte in maniera silenziosa e passano abbastanza sotto traccia. La conferenza stampa di Di Francesco prima della partita con il Bologna scioglie forse un equivoco tattico che la Roma si porta dietro ormai da fine agosto. Da quando cioè, dopo una trattativa convulsa, Monchi ha portato nella capitale Patrik Schick, oggetto del desiderio delle big della Serie A e, potenzialmente, l'acquisto più costoso della storia giallorossa. Al ceco mancava una posizione in campo ben definita, che all'inizio sembrava dovesse essere quella di esterno destro del 4-3-3 di Di Francesco. Ma ad oggi, l'ex Sampdoria è l'erede di Dzeko.
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Di Francesco ha scelto, la Roma del futuro avrà un bomber molto…Schick
Pare definitivamente sciolto l'equivoco tattico sulla posizione di Schick nella Roma. Il ceco è il vice di Dzeko e può diventarne l'erede, affinando con il lavoro e l'impegno le sue caratteristiche da centravanti.
Schick esterno a destra? Non più
Strano, perchè almeno a fino a qualche tempo fa, la definizione di vice del bosniaco era toccata a Defrel, mentre Schick era considerato tra i papabili a giocare a lato del tridente. La stagione non ha però detto questo. Le partite, almeno quelle dopo la fine del calvario muscolare che ha reso il ceco disponibile solamente da novembre, hanno raccontato un'altra storia. Il numero 14 è stato provato più volte sull'out di destra, senza però mai convincere troppo. I colpi non sono mancati, ma confinare il talento di Schick su un lato di campo ha spesso significato perdere in qualità, oltre che, tatticamente parlando, scoprire la fascia destra. Non per nulla, Di Francesco è stato molto chiaro in conferenza. Gioca uno tra Dzeko e Schick da centravanti.
Le prestazioni migliori sono arrivate da centravanti
Niente più opzione destra, si gioca al centro. Magari non con le due punte, come al ceco piace tanto, ma di certo in una zona di campo più congeniale alle sue caratteristiche. L'unica rete stagionale, quella al Torino, è arrivata da centravanti. Le prestazioni migliori, come quella contro il Chievo, anche. E persino le due ottime prestazioni in Nazionale, un gol e un assist con la Cina e una traversa che grida vendetta contro l'Uruguay, sono legate alla sua presenza al centro dell'attacco. E quindi, anche se Di Francesco fa il misterioso e non è detto che Schick giochi, di certo se lo farà avrà sulle sue spalle l'intero peso dell'attacco della Roma. Un'investitura vera e propria, se da sostituire c'è un totem come Dzeko.
Di Francesco si aspetta impegno e determinazione
Anche perchè il bosniaco è comprensibilmente stanco. Due partite in pochi giorni non sono una discriminante, ma lo diventano quando in stagione si è già ampiamente verso quota 40, superata se si considerano le nazionali. E quindi spazio al vice. Anzi, all'erede, perchè se la scelta è effettivamente compiuta, diventa più semplice pensare che anche in caso di addio del bosniaco a giugno, la casella di centravanti sia quasi assegnata. Certo, forse non è al 100% il ruolo naturale di Schick, che dà il massimo da seconda punta, ma per caratteristiche può tranquillamente diventarlo. E chissà che sciogliendo l'equivoco tattico che la Roma e Di Francesco si portano sulle spalle da inizio stagione, il ceco non riesca a sbloccarsi definitivamente. Ora sa qual è la sua parte e sa che davanti a sé ha uno dei capisaldi della squadra. Se vuole superarlo nelle gerarchie, ci vorranno determinazione e impegno. Due cose che il tecnico ha notato nell'ultimo periodo. Se son rose, è il caso di dirlo, fioriranno.
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