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Piacere, Roberto Firmino, brasiliano e…immigrato clandestino

Ecco come uno scalo aeroportuale ha influenzato la vita e la carriera di un giovanissimo Roberto Firmino, il cui sogno di approdare in Europa per misurarsi con il calcio del vecchio continente è stato rimandato per colpa della burocrazia spagnola.

Francesco Cavallini

Niente paura, amici tifosi o simpatizzanti del Liverpool, il vostro numero nove preferito, nonchè vicecapocannoniere della attuale Champions League assieme a Harry Kane, non ha problemi di permesso di lavoro. Anche perchè da quando i Reds l'hanno strappato a suon di milioni (quaranta) all'Hoffenheim, l'attaccante ha spesso fatto capolino nella nazionale brasiliana, al punto che Tite lo considera uno di quelli con il posto già prenotato per la Russia. Eppure proprio un volo, anzi, uno scalo aeroportuale, ha influenzato la vita e la carriera di un giovanissimo Roberto Firmino, il cui sogno di approdare in Europa per misurarsi con il calcio del vecchio continente è stato rimandato per colpa della burocrazia spagnola.

L'invito a Marsiglia per un provino con l'OM...

Partiamo dall'inizio, cioè dal 2009, quando un Firmino neanche diciottenne viene notato da parecchie squadre. Una di queste, il Marsiglia, gli offre addirittura un periodo di stage, al termine del quale il club transalpino avrebbe potuto decidere se pagare alla Figueirense la clausola rescissoria del suo contratto, che all'epoca si aggira sul milione di euro. Di conseguenza un adolescente brasiliano sperimenta l'ebbrezza di un volo intercontinentale per provare a se stesso e al calcio europeo tutto il proprio valore. In teoria, un sogno. Ma il ragazzo di Maceió si trova preso coinvolto in un vero e proprio incubo. Colpa dello scalo del volo che doveva portarlo a Parigi. Un breve stop all'aeroporto di Madrid-Barajas.

...e un sogno che diventa un incubo

Di norma, una formalità. Sbarco, controllo documenti, carta di imbarco per la destinazione seguente (Parigi) e secondo volo. Non per Firmino. E, in realtà, non per i brasiliani in generale. Nel 2009 l'aeroporto madrileno, a causa di un'ondata di immigrazione clandestina brasiliana nel paese, segue una policy molto restrittiva per chi proveniva da quelle parti. Documenti, sì, ma anche fotocopia della carta di credito, assicurazione sanitaria e itinerario di viaggio, con tanto di lista degli alloggi per essere certi che nessuno abbia intenzione di rimanere illegalmente in Spagna. Cos'ha addosso di tutto ciò il diciassettenne Firmino? Ovviamente nulla, escluso il documento di identità e la lettera di invito del Marsiglia. Evidentemente, non abbastanza. E non contano le telefonate dal Brasile che spiegano che il ragazzino è un calciatore e che di rimanere a Madrid non ne ha proprio voglia. E quindi le autorità spagnole procedono al rimpatrio forzato.

Ma Firmino non si arrende e alla fine sfonda comunque

L'esperienza è traumatica per Firmino, costretto a rimanere in stato di fermo di polizia per molte ore. Facile immaginare quanto possa essere stata dura per un ragazzo di quell'età avere a che fare con un respingimento in piena norma. Il Marsiglia però non demorde e invia una seconda richiesta al calciatore, stavolta con tanto di biglietto diretto per l'aeroporto Charles De Gaulle, onde evitare problemi. Ma il provino, forse anche a causa della pessima condizione psicologica del ragazzo, va male e l'attaccante torna in Brasile. Ci vorranno altri due anni nelle serie minori verdeoro affinchè qualcuno in Europa decida di scommettere su Roberto Firmino. È l'Hoffenheim, che è incuriosito dalle ottime prestazioni del calciatore...su Football Manager, lo fa visionare e lo porta in Germania per quattro milioni di euro. Il resto, come si dice, è storia. E racconta di cinque stagioni in Bundesliga e tre, finora, in Inghilterra.

Ma chissà come sarebbe stata la sua carriera se in Spagna lo avessero lasciato arrivare a Marsiglia. Magari ora avrebbe addosso la maglia del PSG. E l'etichetta di calciatore più pagato al mondo, magari, non sarebbe del suo amico Neymar. O forse sarebbe addirittura arrivato, destino, nella penisola iberica. Del resto, per andare a Barcellona lo scalo a Madrid non è mica necessario.