La Repubblica Ceca si presenta all'Europeo schiantando la Scozia e ricordando ai naviganti che, come ogni torneo internazionale, non sarà mai la favorita assoluta ma si iscrive in quel novero di nazionali che è sempre meglio evitare di incontrare. Ché contro questi qui, genio e sregolatezza applicata al calcio, non si sa mai.

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Repubblica Ceca, il bohémien applicato al calcio. Da Panenka e Schick, storia dell’arte del pallonetto

GLASGOW, SCOTLAND - JUNE 14: David Marshall of Scotland fails to save Czech Republic's second goal scored by Patrik Schick (Not pictured) during the UEFA Euro 2020 Championship Group D match between Scotland v Czech Republic at Hampden Park on June 14, 2021 in Glasgow, Scotland. (Photo by Stu Forster/Getty Images)
Il gol di Schick, l'evoluzione della specie calcistica in pieno stile bohémien.
2021 - Il gol di Schick da centrocampo è la più bella fotografia tecnica di questo inizio di campionato Europeo. Pallonetto da 50 metri. Un arcobaleno dipinto con i piedi... confermando la specialità della casa. E l'evoluzione della specie calcistica in pieno stile bohémien. Artisti che, più o meno noti, vivono in modo disordinato e anticonformista. Del resto, il calcio è lo specchio della cultura del paese...
1976 - In principio fu Panenka. Nel corso della sua carriera, Antonín ha tirato molti rigori ed è arrivato ad una conclusione. Nella stragrande maggioranza dei casi, il portiere battezza un angolo e si tuffa. E di fronte, prima di calciare il rigore che potrebbe consegnare il titolo alla Cecoslovacchia, Panenka ha Sepp Maier, ultimo baluardo della Germania pigliatutto degli anni Settanta. Uno che se indovina la direzione giusta ha molte probabilità di parare il tiro dal dischetto. E dunque opta per la scelta più semplice e rischiosa del mondo. Colpo sotto, morbido, al centro della porta. Maier si aspetta una bordata, battezza l'angolo alla sua sinistra e si lancia con uno scatto di reni che fa paura. Panenka invece sfiora appena il pallone. Il "cucchiaio" è servito.
1996 - 20 anni dopo il mondo è cambiato. E la Cecoslovacchia non esiste più. La scintilla del genio, però, rimane intatta. E dopo una qualificazione un po' così, la Repubblica Ceca si trova, quasi senza sapere come, a sfidare il Portogallo di Figo, Rui Costa, Paulo Sousa e compagnia. Squadra fantastica, ma, come spesso accade, straordinaria a patto che non si calci in porta. La Ceca tiene botta e trova anche il guizzo decisivo per il passaggio del turno. Merito di Poborsky che conquistata palla sulla trequarti avanza indisturbato verso la porta di Victor Baia. E il futuro attaccante della Lazio non cerca soluzioni semplici. Pallonetto beffardo quanto spettacolare. La favola si fermerà in finale. Occhio ai pallonetti...
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