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Recuperi miracolosi, gioie e dolori…

Se tutto andrà bene, Neymar arriverà in Russia dopo un infortunio abbastanza grave, ma non sarebbe certo il primo caso di recupero prodigioso. Con quali risultati? Beh, dipende.

Redazione Il Posticipo

Il Mondiale inizia tra tre mesi e mezzo. E, secondo la diagnosi, Neymar avrà tutto il tempo per rimettersi in forma e puntare ai campi di Russia 2018. Un recupero forse non miracoloso, ma di certo non semplice. Non è detto che O'Ney metta piede a Mosca e dintorni nella miglior condizione possibile e di certo la riabilitazione dovrà essere trattata con la massima cura, perchè anche un piccolo contrattempo rischierebbe di far dire addio alla Coppa del Mondo al calciatore più costoso di sempre, che ha già avuto una pessima esperienza nel Mondiale casalingo del 2014. Neymar arriverebbe quindi ai Mondiali in Russia dopo un infortunio abbastanza grave, ma non sarebbe certo il primo caso di recupero prodigioso prima di una grande competizione. Con quali risultati? Beh, dipende...

Totti e il Mondiale 2006

Per rinfrancare O'Ney basterebbe trasmettere qualche immagine del mondiale del 2006, quando ad abbracciare la Coppa, tra gli altri, c'è anche Francesco Totti. Lo stesso Totti che per una frattura del perone sarebbe dovuto rimanere fuori cinque mesi, saltando la manifestazione iridata, ma che cento giorni dopo aveva già iniziato a correre. Lippi poi ha deciso di correre il rischio, portando il capitano della Roma in Germania nonostante una condizione lontana da quella migliore, ma il gioco, evidentemente, è valso la candela, dato che neanche cinque mesi dopo l'infortunio (avvenuto a febbraio) Totti non rientrava in campo ma vinceva il Mondiale iniziando la finale da titolare e con tanto di rigore decisivo contro l'Australia.

Zurbriggen, doppio oro dopo un'operazione

Poi c'è anche chi ha deciso di esagerare un po', come il leggendario Pirmin Zurbriggen. Che nel gennaio 1985 vince due discese libere scendendo con il menisco rotto e che poi decide di operarsi subito dopo i trionfi a Kitzbühel. Sembra l'addio ai Mondiali di Bormio, che si sarebbero tenuti sulla Stelvio a febbraio, ma non è così. Nessuno ha fatto i conti con la determinazione di Zurbriggen, che non solo si presenta al cancelletto giusto un mese dopo il crac, ma torna dall'Italia con ben due medaglie d'oro, quella della combinata e soprattutto quella della discesa libera, la specialità in cui, in teoria, avrebbe dovuto soffrire di più con un menisco operato da neanche trenta giorni.

Baresi e Baggio, la sfortuna batte il coraggio

Sarà proprio guardando questo precedente che Franco Baresi è riuscito in un altro leggendario recupero lampo durante i Mondiali del 1994. Anche a Kaiser Franz salta il menisco, nella seconda partita del girone, ma venticinque giorni dopo il capitano del Milan e degli Azzurri scende in campo a Pasadena, nella finale contro il Brasile. In questo caso il finale non è di gioia, ma di dolore, perchè Baresi gioca 120 minuti nel caldo afoso della California, termina la partita chiaramente sofferente ed infine è uno dei calciatori che sbaglia dal dischetto, consegnando così il quarto Mondiale al Brasile. E anche l'altro grande protagonista di USA '94, Roberto Baggio, ingaggia una corsa contro il tempo per presentarsi al via otto anni dopo, in Corea e Giappone. Rientra a tempo di record dalla rottura del crociato, ma non riesce a convincere Trapattoni a portarlo al Mondiale. Un finale triste per un recupero da favola.