
Un Cremonese - Inter che Ince non ha dimenticato. L'ex nerazzurro ha ricordato, qualche tempo fa, attraverso le pagine del Daily Mail, come anche lui sia stato vittima dei cori razzisti.
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READING, ENGLAND - APRIL 18: Paul Ince, Interim Manager of Reading and Alex Rae, Interim Assistant Manager of Reading look on during the Sky Bet Championship match between Reading and Swansea City at Select Car Leasing Stadium on April 18, 2022 in Reading, England. (Photo by Alex Burstow/Getty Images)
Un Cremonese - Inter che Ince non ha dimenticato. L'ex nerazzurro ha ricordato, qualche tempo fa, attraverso le pagine del Daily Mail, come anche lui sia stato vittima dei cori razzisti.
IN CAMPO
I ricordi dell'ex centrocampista riguarda quanto accaduto sia dentro che fuori dal rettangolo di gioco e si legano ad una esperienza che si sarebbe volentieri risparmiato: "Anche io sono stato una vittima del razzismo. In una sfida contro la Cremonese, ai tempi dell'Inter, sono entrato in contatto con il portiere avversario. Ci siamo allacciati, siamo caduti entrambi e io mi sono alzato immediatamente per dimostrare che non c'era alcun infortunio. D'improvviso, però, dopo quell'episodio, metà stadio ha iniziato a ululare. Per circa venti minuti mi hanno urlato di tutto: ho ascoltato termini come "negro di ...." ed è stato terribile".
E FUORI
Ince precisa, inoltre, che i problemi non erano solo all'interno del rettangolo di gioco. Milano, a metà degli anni '90, non era accogliente e attenta come adesso. E fin dal primo giorno in cui è arrivato ed era in cerca di casa, non è stato tutto rose e fiori. Anzi. "Fuori dal campo anche peggio. Quando sono andato per la prima volta a Milano, su un muro ho letto una scritta con una frase razzista. Ed è rimasta lì per lungo tempo. Sembra che in Italia il problema del razzismo sia sottovalutato". La chiave del problema, secondo il centrocampista inglese, è l'eccessiva tolleranza. "I tifosi in Italia la passano sempre liscia e quindi in tanti credono ancora di poter usare quel tipo di comportamento". Il problema, comunque, riguarda anche la UEFA. Ince chiude rincarando la dose. "Non credo che la UEFA abbia fatto o stia facendo abbastanza per fermarlo, devono stabilire un precedente con tutte le squadre, che si tratti di Italia, Francia, Inghilterra. Credo che non lo stiano facendo".
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