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Rapporto Pelikan: niente accade per caso – Nazionale, la continuità di rendimento è eccezione e non regola

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Calcio da rifondare. A Luglio invece andava tutto bene? Vediamo cosa dice la storia. Analizzandola si scopre che la continuità di rendimento è una eccezione. Non la regola. 

Luigi Pellicone

La Nazionale esce nel peggiore dei modi dai playoff. Ed entra nella storia dalla porta sbagliata non centrando, per la seconda volta consecutiva, il Mondiale. Mai successo prima. Si parla di momento più basso della storia del calcio italiano e di movimento da rifondare. A Luglio invece andava tutto bene? Vediamo cosa dice la storia. Analizzandola si scopre che la continuità di rendimento è una eccezione. Non la regola.

SINO AGLI ANNI '80 - La qualificazione ai Mondiali è diventata un incubo. Non era mai successo di saltare due edizioni consecutive. Altrettanto innegabile, però, che non è certo il periodo più buio della nazionale. Semplicemente perché la storia azzurra è all'insegna dell'intermittenza. Capitolo mondiali: non partecipa a quello del 1930, vince quelli del 1934 e del 1938. Poi 42 anni di buio con un'unica eccezione. La finale raggiunta del 1970. Prima, due esclusioni consecutive al primo turno e una non qualificazione. Nel 1950 in Brasile, nel 1954 in Svizzera l'Italia saluta immediatamente la compagnia. Nel 1958 gli azzurri non si qualificano.  Nel 1962 e nel 1966 ancora due "comparsate". In Cile le prendiamo dentro e fuori dal campo uscendo al primo turno. Nel 1966 fuori con la Corea del Nord. Nel 1970, sulla scia del primo europeo vinto, gli azzurri tornano a giocarsi una finale persa contro un Brasile superiore. Poi di nuovo anonimato: nel 1974 fuori al primo turno in Germania. Si sfiora la finale in Argentina, nel 1978. Poi arriva il Mondiale del 1982, exploit straordinario che non trova continuità in Messico quattro anni dopo. Fuori agli ottavi. Sugli Europei, meglio stendere un velo pietoso. Non qualificati nel 1964, 1972, 1976 e 1984. Una vittoria nel 1968, quarto posto nel 1980 e semifinalista nel 1988. Riassumendo: dal 1930 al 1988 la nazionale vince tre Mondiali e un Europeo non qualificandosi per i tornei internazionali in cinque occasioni.

DAL 1990 al 2006 - La Nazionale azzurra continua ad andare a "singhiozzo". Bene ai mondiali e non agli Europei. O viceversa. Nel 1990 arriva il terzo posto ai mondiali casalinghi dopo la semifinale persa contro l'Argentina dal dischetto. Nel 1994 la finale contro il Brasile è decisa dagli errori di Baresi, Massaro e Roberto Baggio. Di Biagio sbaglia quello decisivo nel quarto di finale nel 1998 in Francia. Nel 2002 gli azzurri escono agli ottavi con la complicità di un arbitraggio perlomeno "casalingo" di Moreno contro la Corea del Sud. Nel 2006 finalmente i rigori sorridono. Campioni del Mondo. Nello stesso arco di tempo l'Italia però non si qualifica agli Europei del 1992 ed esce al primo turno in quelli del 1996. Va in finale nel 2000 ed è vittima del "biscotto" nell'edizione 2004.

CALO? - Dopo il 2006 si parla di presunto calo. In realtà il rendimento deficitario è legato ai mondiali di calcio. Nel 2010 e nel 2014 l'Italia esce al primo turno. Poi non riesce più a qualificarsi nel 2018 e nel 2022. Negli stessi anni, però, nell'Europeo il rendimento è lusinghiero. Gioca e perde due quarti di finale ai rigori (2008 contro la Spagna e 2016 contro la Germania) e arriva due volte in finale nelle ultime tre edizioni. Nel 2012 è sconfitta dalla Spagna. Nel 2021, storia recentissima, vince a Wembley.