Roberto Mancini, un vincente sia in Italia che in Inghilterra. L'attuale CT della nazionale ha conquistato l'Europeo con gli Azzurri, scudetti con l'Inter, ma è riuscito anche a scrivere il suo nome nell'albo d'oro della Premier League. Nel 2012 il suo Manchester City, con Dzeko e Balotelli, porta a casa il campionato all'ultimo respiro, con un gol di Aguero su assist di SuperMario. Eppure a un certo punto la stagione aveva preso una brutta piega, perchè a Mancio è venuto a mancare per due mesi il giocatore che forse più di tutti faceva girare la squadra: Yaya Tourè. E l'assenza dell'ivoriano si è fatta sentire, come ha spiegato tempo fa Micah Richards in un'intervista a Goal.

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Quando Mancini vinse al City provocando lo spogliatoio…
GUERRA MONDIALE - "Sapevamo quanto Yaya fosse importante per la nostra squadra, era un giocatore che quando si accendeva non poteva essere contenuto da nessuno al mondo. Era una parte essenziale della squadra, quando se ne andò per un mese rischiammo di perdere alcune partite vitali”. E chi ha preso peggio la mancanza del centrocampista...è stato proprio Manicni. “Ricordo bene che dopo una sconfitta con l’Everton, nel periodo in cui Yaya non c’era, Mancini per poco non fa scoppiare la terza Guerra Mondiale nello spogliatoio. Ci disse: ‘Non potete farcela senza Yaya’. Lo spogliatoio esplose, non ho mai visto nulla di simile. Volevamo tutti aggredire Mancini”.
MISSIONE COMPIUTA - Uno scontro duro, ma che in fondo serve a scuotere la squadra. Che riprende a vincere e ad accumulare punti, fino ad arrivare all'ultima partita, decisiva, contro il QPR, con la classifica che vede il City e lo United a pari punti. E quando tutto sembra perduto, gli dei del calcio sorridono a Mancio e ai suoi e il City ribalta un match che sembra perso e porta a casa la Premier grazie alla differenza reti. Tutto come previsto dal tecnico, spiega Richards: “Quando le cose si calmarono, disse: ‘L’ho fatto di proposito, perché sapevo avrei visto questa reazione. E avete reagito esattamente come voglio che facciate ogni singola settimana in campo'”. Grande allenatore...e fine psicologo.
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