La sfida fra Juventus e Roma non sarà mai una partita normale, soprattutto per i tifosi della Roma che hanno sempre vissuto la partita contro i bianconeri con una rivalità seconda solo a quella del derby. Con la Lazio si gioca per la supremazia cittadina, con la Juve invece è una questione, spesso, d'orgoglio.

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Juventus e Roma: alle origini… testaccine di una antica rivalità calcistica
5-0
Tutto affonda le radici a in un 5-0 maturato a Roma, a Campo Testaccio, nel campionato 1930/1931. Quel risultato segnò la prima grande affermazione giallorossa sulla "nemica" bianconera. "L'incontro di ritorno fra la Roma e la Juventus farà epoca nella storia del calcio italiano e per il risultato e per l’andamento del gioco e per il tono generale eccitato della giornata". Nella sua mansione di inviato, che alternava a quella di Commissario Unico azzurro, Vittorio Pozzo lanciò la sua profezia. Il tempo gli avrebbe dato pienamente ragione: quella che si giocò a Campo Testaccio il 15 marzo 1931 non fu una partita, ma per certi versi “la” partita. Una sfida che sancisce l'inizio di una rivalità.
1930
La Juventus edizione 1930/31 era la prima versione della squadra che avrebbe dominato il calcio italiano per un quinquennio. Fra le squadre apparse in grado di resistere allo strapotere bianconero c’era proprio la Roma. Per spiegare cosa avvenne quel 15 marzo nel catino di Testaccio bisogna premettere che la domenica precedente la Roma era fragorosamente caduta a Napoli (3-0), scivolando a cinque punti dalla vetta. L’incontro con la Juve era verosimilmente l’ultimo appello per sperare ancora nello scudetto. Quel pomeriggio la Juve vuole semplicemente vincere una partita importante, i giallorossi si preparano a giocare come se, scrisse poi Vittorio Pozzo, «dall’esito della partita avesse dovuto dipendere la loro vita. Si arriva all’intervallo sull’1-0 ma il peggio per la Juve deve arrivare. I bianconeri finiranno in nove e la Roma suggellare uno storico 5-0.
MARCIA
La Juve tornò subito a marciare, la Roma continuò a inseguire e a sperare fino al penultimo turno di campionato, ma nella storia giallorossa il significato di quel rovente pomeriggio di marzo resta immenso. Quel risultato rappresenta il punto più alto dell’epica del campo di Testaccio che a Roma si caratterizzò da un viscerale legame tra la squadra e il suo pubblico. L’eco di quella impresa, infine, fu talmente ampia da ispirare una pellicola, uscita nelle sale un anno dopo: “Cinque a zero”, di Mario Bonnard. Una commedia a lieto fine a cui parteciparono in veste di attori i protagonisti della vera sfida.
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