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Pogrebnyak contro i nazionalizzati: “È ridicolo che un calciatore di colore giochi per la nazionale russa”

L'attaccante dell'Ural e ex nazionale russo, Pavel Pogrebnyak critica la convocazione del calciatore Ari: "È ridicolo che un calciatore di colore giochi per la nazionale russa". La federazione prende le distanze.

Riccardo Stefani

La nazionale di calcio è quella squadra rappresentativa di una nazione nella quale un commissario tecnico, incaricato dalla federazione del paese, seleziona e chiama i giocatori che ritiene migliori che posseggono la cittadinanza di quel paese. Altri criteri? Non ce ne sono. Figuriamoci se si possa stabilire un criterio di scelta... puramente cromatico. In un'intervista a Sport Express, Pavel Pogrebnyak si è scagliato contro la convocazione in nazionale russa di Ari,  calciatore nato in Brasile.

CONVOCAZIONE? - "È ridicolo che un calciatore di colore giochi per la squadra russa: ho un'opinione negativa a riguardo. Non vedo il punto... perché Ari ha un passaporto russo?". Beh, queste dichiarazioni avrebbero creato scompiglio anche se si fosse trattato di una battuta, pur sempre di cattivo gusto, nella quale si fosse fatta qualche allusione alla "razza caucasica". In ogni caso, Pogrebnyak non ha di certo l'autorità per decidere chi possa essere selezionato dal Ct  Čerčesov. Anche perché Ari gioca in Russia dal 2010 e ha ricevuto la cittadinanza nel luglio dello scorso anno, non potendo quindi prendere parte ai mondiali. Tanto rumore per nulla? Potrebbe darsi, visto che la convocazione per le prossime partite della Russia del giocatore nato in Brasile non è arrivata, causa infortunio. E in ogni caso Ari ha giocato con la maglia della Russia soltanto due amichevoli, contro Germania e Svezia.

PRENDERE LE DISTANZE - Ci pensa la federazione russa stessa a condannare le dichiarazioni del suo affiliato. Alexander Baranov, memiro della federcalcio russa, ha spiegato che oggi stesso sarà indetta una commissione etico-disciplinare per valutare le dichiarazioni del trentaseienne: "Le dichiarazioni sono molto discutibili e chiaramente non in linea con i principi della campagna del calcio globale chiamata EqualGame. Non è possibile selezionare i giocatori in base al colore della loro pelle". C'è anche chi, però, si schiera in difesa del calciatore che ha espresso questo pensiero controverso. Si tratta di Grigori Ivanov, presidente dell'Ural, che ha spiegato che Pogrebnyak non avrebbe mai detto la parola "nero”,  ma semplicemente "di colore". E in ogni caso il suo pensiero è che non sia sufficiente un passaporto per rappresentare la Russia, visto che ha fatto anche l’esempio di Mario Fernandes, brasiliano anche lui ma non di colore. Come finirà questa storia?