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Il Maestro dice basta, Andrea Pirlo smette di insegnare calcio

Andrea Pirlo lascerà il calcio alla fine della stagione. Appende gli scarpini al chiodo una leggenda del football tricolore. Celebriamo la carriera del Metronomo bresciano con i cinque momenti clou della sua storia sul campo

Redazione Il Posticipo

Il Maestro dice basta. Andrea Pirlo lascerà il calcio alla fine della stagione. Appende gli scarpini al chiodo una leggenda del football tricolore. Celebriamo la carriera del Metronomo bresciano con i cinque momenti clou della sua storia sul campo.

Gli esordi a Brescia e la chiamata dell'Inter

Andrea Pirlo nasce calcisticamente nel Flero, la squadra del suo paese, ma ci vuole poco perchè il Brescia noti il talento del ragazzo. Breve trafila nelle giovanili e l'esordio in B a sedici anni appena compiuti, da predestinato. Due anni dopo il giovane trquartista è protagonista della promozione dei lombardi in A e si distingue anche nella massima serie, nonostante la retrocessione delle rondinelle. Lo acquista l'Inter, che non lo schiera però con continuità e lo invia in prestito, prima a Reggio e poi di nuovo a Brescia.

Momento clou: il primo gol in Serie A, il 4-0 di Brescia-Vicenza 

Di nuovo Brescia, stavolta con Baggio

Ed è proprio nell'ambiente a lui più familiare che il talentuoso centrocampista offensivo si trasforma nel Metronomo e qualche anno dopo diventerà addirittura il Maestro. Merito di due personaggi cardine del nostro calcio, Roberto Baggio e Carlo Mazzone. Il Divin Codino e Pirlo giocano assieme solo mezza stagione e in teoria come posizione si pesterebbero i piedi, ma il Sor Carletto ha idee diverse. Convince il bresciano ad arretrare il suo raggio di azione e a giocare da regista arretrato. L'esperimento funziona. L'innata capacità del ragazzo di Flero nel gestire la sfera e vedere traiettorie di passaggio ha trovato la posizione perfetta in campo.

Momento clou: il lancio per il gol di Baggio in Brescia-Juventus

Al Milan arriva la consacrazione europea

Torna all'Inter, ma ci resta poco. Viene ceduto ai cugini del Milan nell'ambito di un mega scambio, che farà la fortuna del calciatore e dei rossoneri. Ancelotti continua a schierarlo come regista davanti alla difesa, prima per necessità e poi per scelta. Affiancato da Gattuso e da Ambrosini, Pirlo può dedicarsi alla gestione dei tempi di gioco e a tessere trame di passaggio per i compagni. E a calciare le punizioni, come la maledetta che diventerà il suo marchio di fabbrica. In dieci stagioni arrivano due campionati e altrettante Champions. Tra le gioie, il dolore del rigore sbagliato nella finale di Istanbul, a seguito del quale pensa addirittura di lasciare il calcio, e gli attriti con Allegri, suo ultimo allenatore al Milan.

Momento clou: la rete contro il Real Madrid in Champions League

Juventus, il ritorno del Maestro

Ed ecco perchè Pirlo decide di non rinnovare il contratto con i rossoneri e di firmare con la Juventus. L'accoppiata si rivela particolarmente vincente e permette al centrocampisti di dissipare i dubbi su un'eventuale fase calante della sua carriera. Sempre protetto da un centrocampo muscolare, Pirlo dirige l'orchestra bianconera per quattro anni, conquistando altrettanti Scudetti e guidando la Juventus alla finale di Berlino con il Barcellona. Il Metronomo è spesso decisivo, sia da lontano che da calcio piazzato, ma fallito l'assalto alla terza Champions decide di tentare l'esperienza negli USA.

Momento clou: la rete all'ultimo minuto nel derby con il Torino

Nazionale - Il Mondiale e più di cento presenze

Dal 2002 al 2015 Andrea Pirlo è anche un elemento fondamentale della Nazionale. Nel 2006 è tra i migliori della spedizione vincente al Mondiale tedesco, ricevendo anche il premio come miglior giocatore della finale. Indimenticabile la sua stramba esultanza al rigore decisivo di Grosso, con tutta la squadra che va a sommergere il calciatore del Palermo, mentre Pirlo, come in trance, comincia a correre dal verso opposto. Con 116 presenze e 13 reti, Pirlo è tra i calciatori con più partite in Azzurro, capitanando la squadra in otto occasioni.

Momento clou: l'assist per Grosso nella semifinale mondiale con la Germania

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