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Pescara, una squadra di allievi senza Maestro

Dall’addio di Zeman a inizio marzo le cose per il Pescara non sono certo migliorate. Anzi, la squadra paga il peso di una rosa inesperta a cui servirebbe...un Maestro.

Redazione Il Posticipo

Ci sono un paio di leggi non scritte quando si affida la propria squadra a Zdenek Zeman. La prima è che è totalmente impossibile fare qualsiasi previsione. Il Boemo è capace di tutto e del suo contrario, sia per quel che riguarda i risultati che per la gestione della rosa. E questo, di solito, chi lo assume lo sa e lo mette anche in conto. La seconda legge è che spesso, quando le cose non vanno, è inutile esonerare il tecnico. Soprattutto se la squadra, come nel caso del Pescara, è stata costruita secondo le sue indicazioni. E quindi, con grande probabilità, ha bisogno di un Maestro.

UN ESONEROPREMATURO? - Nonostante all’Adriatico conoscessero anche tutti troppo bene Zeman, artefice della storica promozione di qualche stagione fa, Sebastiani ha deciso a inizi marzo di sollevarlo dall’incarico a inizio marzo, nella speranza di scuotere una squadra in crisi di risultati. Una squadra che però, in maniera molto zemaniana, avrebbe con tutta probabilità cominciato a volare in primavera. L’impantanamento durante il freddo inverno è un po’ un marchio di fabbrica del Boemo, ma a Pescara hanno deciso che la soluzione giusta era l’esonero. Guardando la classifica, sette partite dopo, forse c’è un minimo di rimpianto per la scelta presa.

SENZA ZEMAN NON SI VINCE - Tre punti nelle ultime giornate, figli di tre pareggi e quattro sconfitte. Contando anche il finale dell’era Zeman, il Pescara non vince da dieci partite. L’ultima occasione in cui sono arrivati tre punti è datata dieci febbraio, una vittoria casalinga contro la Salernitana per 1-0. Dopodiché, il nulla. Colpa del Boemo? Sì, ma solo in parte. La società lo ha accontentato nel creare la rosa e ora Pillon si ritrova una squadra giovane, di certo anche affamata di emergere come piace tanto a Zeman, ma con poca esperienza, soprattutto nel reparto offensivo. E adesso che il Maestro non c’è, la mancanza della guida si sente eccome.

ALTRE SETTE PARTITE - La tifoseria non la sta vivendo affatto bene, anche perché lo spettro dei playout è sempre più vicino, ad un solo punto. E quello della retrocessione diretta, attraverso le ultime tre posizioni, è a una partita di distanza. Non il miglior viatico possibile ad un rush finale ancora lungo e a cui la squadra di Pillon si affaccia però con la consapevolezza di aver sprecato un vantaggio importante sulle altre pericolanti. Mancano altre sette partite, in cui può accadere di tutto. Ma se la media punti rimarrà la stessa delle precedenti, il destino del Pescara rischia di essere segnato. E senza Maestro, gli allievi biancoazzurri potrebbero davvero essere bocciati.