Spalletti ha già la testa al derby: e spera che le soste delle nazionali restituiscano sani e salvi i suoi prodi. Occhi puntati, in particolare, sulla Croazia. Gioca Perisic, l'uomo del derby. L'uomo che, per tradizione (e tattica) può far saltare il banco.
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Spalletti ha già l’uomo derby: Perisic
Spalletti ha già trovato l'uomo derby. Ivan Perisic: il croato è stato già decisivo contro il Milan, può esaltarsi se lanciato in profondità.
Perisic e il derby: un rapporto speciale
Perisic ha da sempre un rapporto molto speciale con i derby. Discontinuo da far rabbia, ma animo slavo. Quindi, quando il gioco si fa duro e il clima si infuoca, lui si esalta. Sempre decisivo negli ultimi anni: con il Wolfsburg, contro l'Hannover, non ha mai perso e si è spesso reso protagonista con gol e assist decisivi. E si è ripetuto anche nel derby. Esordio e vittoria per 1-0 nel derby del 13 settembre. Poi ha salvato Pioli, al suo esordio sulla panchina nerazzurra con un gol allo scadere. Quindi, al ritorno, serve ad Icardi l'assist del momentaneo 2-0 nel primo derby “cinese”.
Decisivo anche tatticamente
Se Montella, come tutto lascia credere, non si discosterà dal 3-5-2 Perisic avrà dalla sua parte Abate o più probabilmente Borini, già autore di una buona prova, finche ha retto fisicamente, con la Roma. Ha limitato Kolarov ed El Shaarawy, proverà il bis con lo slavo che però ha caratteristiche diverse rispetto al calciatore romanista. Perisic ha meno dribbling, maggiore equilibrio e più conduzione di palla. Semplicemente, punta l'uomo, cambia passo e semina l'avversario diretto in accelerazione o cercando il triangolo in appoggio con il centrocampista. Ed è particolarmente abile nel prendere il tempo partendo alle spalle, sfruttando la profondità. Tutto lascia credere che Spalletti imposterà la partita sul controllo del gioco per poi ripartire in velocità. Del resto, se Perisic trova spazio, può diventare devastante. Borini può opporre una buona fisicità, ma sembra destinato, alla lunga distanza, a soccombere anche perchè, a parte la buona volontà, è pur sempre un esterno d'attacco. E quando Persic incontra un “adattato” (vedi Juan Jesus a Roma) se lo “mangia”.
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