Pepe si conferma come uno dei calciatori più difficili e complicati da affrontare e da arbitrare, come dimostra il caldissimo match con lo Sporting Lisbona di poco tempo fa, terminato con un rosso e anche il rischio di una lunga squalifica . Eppure anche i più "cattivi" del calcio...hanno un cuore. E anche loro, in fondo, sono stati bambini. Il centrale del Porto, grande amico di Cristiano Ronaldo con cui è stato una delle stelle del Real Madrid, ha raccontato parecchie cose della sua vita a TribunaExpresso. E se già la storia di quando è volato in Portogallo dal Brasile con in tasca appena cinque euro ha fatto scalpore, figurarsi l'effetto che può fare scoprire che il temutissimo difensore in fondo sia...il cocco della mamma.

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Pepe, cattivo, ma anche…mammone: “Ho dormito nel lettone fino a 17 anni…”
Anche i cattivi del calcio...hanno un cuore. E anche loro, in fondo, sono stati bambini. Figurarsi dunque l'effetto che può fare scoprire che il temutissimo difensore portoghese in fondo sia...il cocco della mamma.
MAMMA - Qualche tempo fa, Pepe ha confessato che quando ha lasciato la casa dei genitori per provare a sfondare in Europa, ha dormito nel loro letto! "Finchè sono arrivato in Portogallo a 17 anni, dormivo nel lettone quindi immaginatevi la scena... Ero già parecchio robusto e dormivo con i miei genitori, quindi credo che a mio padre non piacesse molto che io fossi lì". Tra una risata e l'altra, però, c'è tempo anche per un ricordo più sentimentale. "Una volta ho parlato con mia madre e mi ha detto che quando ero piccolo mi piaceva tanto accarezzarle i capelli. Io le ho risposto che forse già sapevo che avrei passato troppo tempo lontano da lei".
CUORE D'ORO - Quindi, un duro dal cuore d'oro. Ma in fondo, c'era da aspettarselo. Per quanto in campo sia anche abbastanza...spaventoso trovarselo di fronte e nonostante il portoghese non abbia mai lesinato scene non proprio edificante (come i calcioni agli avversari già a terra), quando termina la partita Pepe smette di essere un difensore spietato e torna un ragazzo come tanti. Uno che sa benissimo di essere molto fortunato e che cerca di aiutare come può chi non lo è. Come quando, ai tempi del Besiktas, prima di lasciare la squadra che era in crisi finanziaria ha rinunciato al suo ultimo mese di stipendio e ha chiesto che i soldi risparmiati fossero destinati a pagare parte dello staff, in particolare chi si occupava della cucina e della cura del campo. Insomma, meglio incontrarlo per strada che sul terreno di gioco!
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