Quando si raccontano le storie di molti calciatori famosi, c'è spesso un tema abbastanza comune: quello della povertà. Per molti, il pallone era l'unica speranza di una vita un po' più agiata e per questo, persino nel momento in cui si diventa professionisti e si gioca ad alto livello, è sempre meglio non dimenticare mai da dove si arriva. Certo, il calcio è un'ancora di salvezza, ma non è detto che essere presi in una squadra significhi per forza migliorare la propria vita di tutti i giorni. A spiegarlo molto bene c'è Lucas Verissimo, difensore del Benfica, che qualche tempo fa ha raccontato la sua storia a Globoesporte. Il brasiliano classe 1995 è arrivato a gennaio 2021 in Portogallo dopo una buona carriera nel suo paese con la maglia del Santos. Ma gli inizi sono stati davvero complicati…

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Ora Verissimo è al Benfica, ma che fatica in Brasile: “Mangiavamo arrosto vecchissimo, aveva persino i vermi!”
ARROSTO VECCHIO
—Quando Verissimo inizia la trafila nelle giovanili dell'Escuela José Bonifácio, si accorge subito che giocare a pallone non equivale per nulla alla ricchezza. E che non tutte le società sono in grado di garantire ai loro tesserati i lussi tipici dei grandi campioni. Anzi, in certi casi forse le cose vanno molto peggio che a casa... "Avevamo un'alimentazione davvero pessima. Mangiavamo arrosto vecchissimo, aveva addirittura i vermi. Mangiavamo arrosto tutti i giorni e anche i fagioli avevano un sapore strano. Vedendo le foto di quel periodo si nota che ero davvero magro. Ma non ho mai detto nulla ai miei genitori di quello che succedeva, perché sapevo che altrimenti mi avrebbero fatto tornare a casa. Ho stretto i denti e mi sono aggrappato al mio sogno. Sapevo che un giorno sarei arrivato al Santos".
SACRIFICI
—E alla fine così è stato, anche grazie ai sacrifici dei suoi genitori. Per far sì che Lucas potesse provare a diventare un calciatore professionista, in famiglia si sono impegnati parecchio e sua madre faceva addirittura due lavori. Dopo un anno e mezzo all'Escuela José Bonifácio, però, Verissimo decide di non imporre ulteriori sacrifici ai suoi e quindi torna a casa. Ma una manciata di giorni dopo è il destino a bussare alla sua porta, come racconta il difensore del Benfica: "Mi ha telefonato una persona che mi aveva visto giocare e mi ha detto: 'ho saputo il motivo per cui te ne sei andato, ma noi conosciamo le tue qualità e vorremmo farti fare un provino con il Linense". Da quel momento, le cose sono migliorate eccome. E adesso magari a casa Verissimo si mangia...un arrosto migliore.
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