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Oltre il calcio: la Spagna non riconosce il Kosovo ma… lo affronta

LISBON, PORTUGAL - OCTOBER 07:  Luis Enrique, manager of Spain holds the ball in the dugout during the international friendly match between Portugal and Spain at Estadio Jose Alvalade on October 07, 2020 in Lisbon, Portugal. (Photo by Octavio Passos/Getty Images)

Questioni legate più alla politica interna che a quella estera.

Redazione Il Posticipo

La Spagna, al netto del mezzo passo falso contro la Grecia, può essere soddisfatta dei suoi rivali: oltre alla "solita" Svezia, la squadra di Luis Enrique incrocia Georgia e Kosovo. Avversari di cui è molto difficile lamentarsi. Politicamente, invece, il sorteggio ha creato molto più di qualche grattacapo agli spagnoli. Come noto, infatti, la Spagna non riconosce il Kosovo come stato. E il motivo ha poco a che vedere con lo sport e anche... poco con il Kosovo, a dirla tutta.

POLITICA - La Spagna è fra i paesi che non riconosce il Kosovo come un paese indipendente. Nonostante questo, UEFA e FIFA non hanno ritenuto ci fossero le basi per vietare che le squadre potessero incontrarsi. Non vi sono possibilità di disordini. Non  caso, il Kosovo non poteva incrociare Bosnia-Erzegovina Serbia o Russia. Ed essendo stato sorteggiato nel gruppo dove giocava la Serbia, è "scivolato" direttamente al successivo disponibile. Proprio quello della Spagna.

LISBON, PORTUGAL - OCTOBER 07:  Luis Enrique, manager of Spain holds the ball in the dugout during the international friendly match between Portugal and Spain at Estadio Jose Alvalade on October 07, 2020 in Lisbon, Portugal. (Photo by Octavio Passos/Getty Images)

QUESTIONE CATALANA - La Spagna però non riconosce il Kosovo come stato indipendente. Una vicenda che, come riportato da AS affonda le radici in una questione più interna che da affari esteri. Tutto nasce, infatti, dalla questione catalana. Il governo di Madrid è stato più volte scosso dalle vicende legate alla Catalogna. E proprio in virtù di quanto accade in una regione dalla vocazione indipendentista, il governo spagnolo, in occasione della nuova strategia UE nei rapporti con i Balcani occidentali, ha inviato il proprio "no" a Bruxelles affermando che il Kosovo non andrebbe trattato come un processo di allargamento ma come un caso particolare. Una presa di posizione dettata evidentemente dalle rivendicazioni catalane, sempre più forti e sfociate anche nel referendum del 2017 che ha causato l'ennesimo braccio di ferro fra Barcellona e Madrid, dove si continua a negare la base legale della consultazione. La crisi catalana dunque si ripercuote anche sul calcio anche se non impedisce lo svolgimento di una partita che, per certi versi, segna la storia del calcio spagnolo.