Nuova stagione, nuove regole. Come sempre l'IFAB, l'organo internazionale che si occupa di stabilire le regole del gioco del calcio, è pronta ad aggiornare le norme del gioco più amato del mondo. Ci sono parecchie questioni da affrontare e situazioni da implementare, come tutte quelle legate al VAR, che vanno messe nero su bianco nella maniera più precisa possibile per evitare che le nuove norme possano essere interpretate troppo liberamente. Ma tra le questioni puramente tecniche e di campo, ci sono anche nuove indicazioni che riguardano il vestiario dei tesserati. E spunta una regola...anti-Guardiola.
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Per la nuova stagione è pronta…la regola anti-Guardiola
Nuova stagione, nuove regole. Come sempre l'IFAB è pronta ad aggiornare le norme del gioco più amato del mondo. E ne spunta una...anti-Guardiola.
MESSAGGI POLITICI - Si tratta di un'aggiunta alla regola 4, quella che stabilisce cosa si può, cosa non si può e cosa non si deve indossare. Al momento (regolamento 2017/18) la norma stabilisce che "L’equipaggiamento non deve contenere alcuno slogan, scritta o immagine di natura politica, religiosa o personale. I calciatori non devono esibire indumenti indossati sotto l’equipaggiamento che contengano slogan, scritte o immagini di natura politica, religiosa, personale, o pubblicità diversa dal logo del fabbricante". Tutto molto chiaro, ma che succede nel caso di messaggi trasversali e non espliciti, come ad esempio il famoso nastro giallo indossato dal tecnico del Manchester City per mostrare il suo supporto alla causa dell'indipendenza catalana? Manifestazione politica, ma non sanzionabile. Finora.
E LE ESULTANZE? - Per la prossima stagione è prevista infatti una rivisitazione della regola 4, con qualche aggiunta importante. Come ad esempio che sarà vietata la presenza di slogan, messaggi o immagini che alludano a persone vive o morte, a meno che non siano parte del nome della competizione, nè a partiti, organizzazioni o gruppi di carattere politico locale, regionale, nazionale o internazionale. Nastro giallo dunque bocciato, anche alla luce della precisazione successiva, che vieta specificamente, più in generale, atti di carattere politico. Norma che quindi potrebbe anche includere le esultanze? E chi stabilisce cosa è politico o cosa no? In ogni caso, oltre a Guardiola, c'è anche quella che potrebbe essere una piccola frecciata all'Arabia Saudita, che spesso non ha partecipato a minuti di silenzio per atti di terrorismo. Quando si commemora un atto di rilevanza internazionale, vanno tenute da conto le varie sensibilità della squadra avversaria, dei suoi tifosi e dell'opinione pubblica. Basteranno queste norme per far uscire la politica se non dagli stadi almeno dai campi?
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