Il trasferimento di Erling Braut Haaland al Manchester City è certamente uno degli affari di cui si è parlato di più nella sessione di mercato dell'estate 2022. Vuoi per il prezzo, perchè prendere il centravanti dal Borussia Dortmund ad appena 60 milioni sa di affarone, vuoi perchè si parla di un calciatore che ha costantemente fatto la differenza sia in Bundesliga che in Champions League, il norvegese è finito sotto i riflettori, nonostante l'accordo sia stato siglato relativamente presto, quando in teoria il mercato era ancora chiuso. Ora però il bomber del City torna a fare notizia, ma non per qualcosa che è avvenuto in campo. O meglio, non in un campo dove giocava lui.

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Norvegia, che attacco ad Haaland da parte dei tifosi del Brann: “Gioca per soldi sporchi di sangue”
Soldi sporchi di sangue
Come riporta la Bild, durante un match tra Brann e Bryne, i tifosi del Brann hanno deciso di attaccare proprio il centravanti, visto che il Bryne è il club in cui è cresciuto. Sugli spalti sono apparsi degli striscioni che hanno fortemente criticato la scelta di Haaland di andare a giocare al Manchester City, club di proprietà di un fondo sovrano degli Emirati Arabi Uniti, stato che è finito al centro di controversie sui diritti umani. "Braut gioca per soldi sporchi di sangue. C'è solo un Haaland". E l'Haaland in questione ovviamente non è Erling, ma Markus, diciassettenne calciatore del Brann. Una presa di posizione che sta facendo parlare molto in Norvegia.
Emirati accusati di sportwashing
Anche perchè si tocca un tema particolarmente sensibile da quelle parti. Basterebbe pensare che la nazionale scandinava, che al mondiale in Qatar non ci si è qualificata, aveva comunque suggerito un boicottaggio della manifestazione proprio perchè anche il Qatar è accusato di mancato rispetto dei diritti umani e per la questione dei lavoratori morti durante la costruzione degli impianti che ospiteranno la Coppa del Mondo. E parlando a una radio norvegese, un rappresentante dei tifosi del Brann ha spiegato quanto accaduto. "Haaland non può sfuggire alle critiche. Avrebbe potuto scegliere qualsiasi club al mondo, non doveva scegliere per forza quello che è il peggiore in termini di sportwashing". Ovvero, mascherare e far dimenticare attraverso lo sport cose di cui non andare fieri. Un'accusa di cui, visto l'esordio da dimenticare con il City, il cyborg di Guardiola forse non aveva proprio bisogno...
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