Il presidente dell'AIA Marcello Nicchi parla ai microfoni di RMC Sport Network, all'interno di Maracanà, di elezioni federali e di VAR.
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Nicchi: “Serve Abete presidente entro l’inizio della nuova stagione”
Il presidente dell'AIA Marcello Nicchi parla ai microfoni di RMC Sport Network, all'interno di Maracanà, di elezioni federali e di VAR.
FEDERAZIONE - Quella per mantenere il 2% che consente agli arbitri di votare in Consiglio Federale è una battaglia sacrosanta e continueremo a lottare fino alla fine per un nostro diritto. Il problema della Federazione è che il Commissario sta lavorando come è giusto che sia in piena autonomia, ma si sta perdendo un anno di tempo. Serve un presidente federale e serve prima dell'inizio della stagione. Ci vuole una persona che conosca la situazione e Abete è perfetto perchè conosce i meccanismi. Se non approfittiamo di questo momento in cui il calcio è fermo, rischiamo di perdere un'occasione. A gennaio i tre candidati hanno sbagliato tutti, ma dagli errori bisogna imparare e fare meglio. Collina? È in Svizzera...Noi abbiamo buoni rapporti con tutti. Sono gli altri che devono avere buoni rapporti con noi.
SERENITÁ - La VAR ha portato serenità, è stata accettata dalle società dai calciatori e dal pubblico che aspetta volentieri i minuti prima della decisione finale. E per il futuro bisogna ripartire da dove siamo arrivati. Nel corso del campionato è migliorato l'utilizzo. Alcuni arbitri all'inizio non volevano apparire VAR-dipendenti, ma Rizzoli ha detto "lo strumento c'è, utilizzatelo". Gli arbitri hanno capito che purchè prendano la decisione giusta ci possono mettere quanto tempo è necessario.
SEPARAZIONE DELLE CARRIERE - Niente separazione delle carriere degli arbitri (campo e VAR), l'arbitro che fa il VAR deve essere un arbitro in attività perchè per agire bene devono fare la stessa scuola e lo stesso allenamento. Lo specialista VAR dovrebbe fare un percorso diverso e io sono contrario. Più si utilizzano persone di campo, più il metodo funziona. Non si cancelleranno mai gli errori, ma gli arbitri studiano per migliorarsi.
PROTOCOLLO - Il protocollo è complicato e c'è voluto un po' per assimilarlo. Più che modificato va snellito e ridotto solo ai punti essenziali (rigori, fuorigioco, entrate a martello, etc), senza complicarsi la vita su altri tipi di episodio (corner, etc). Alla fine quelli che decidono sono i rigori, i fuorigioco e i cartellini, bisogna concentrarsi su quello.
ERRORE DA VAR - Il mio errore da correggere con la VAR? Quello che mi è costato la carriera, Perugia-Napoli gol di mano di Rapajic non visto nè da me nè dai miei assistenti. E comunque il mestiere dell'arbitro è cambiato, oggi c'è anche un bel rapporto con giocatori e allenatori, che prima non esisteva.
SCELTA RISCHIOSA - Alle recriminazioni non rispondo, ognuno valuta le cose a modo suo. La VAR funziona, non lo dico io, lo dicono tutti. Mettere la VAR per la FIGC è stato un rischio, soprattutto dopo soli tre mesi di sperimentazione. Ma gli arbitri la aspettavano e abbiamo deciso di partire. La nostra organizzazione è capillare e questo ci ha permesso di utilizzare arbitri di B e assistenti internazionali per lavorare sulla VAR. Alla fine è andata ed è andata bene, anche se si può sempre migliorare. E poi c'è da considerare anche che il buon funzionamento della VAR dipende dalla bontà degli operatori, anche in quel settore lo strumento è cresciuto molto.
NO A DICHIARAZIONI POST-PARTITA - Non si può ancora arrivare alla spiegazione da parte degli arbitri delle decisioni prese, ci stiamo lavorando, ma finchè non cambia la mentalità non è possibile. Uno strumento come la VAR viene addirittura messo in discussione, esistono i moviolisti della moviola. Ci sono altre cose di cui preoccuparsi, come gli stadi, le scuole calcio, non a cercare di capire a fine partita perchè è stata presa una decisione. E il bonus di una richiesta dalla panchina per verificare un episodio non ha molto senso, bisogna andare a vedere tutte le situazioni poco chiare. E poi non è possibile affidare ad altri (non arbitri) il metro di giudizio. La serenità che gli arbitri hanno oggi è dovuta alla soddisfazione del mezzo che hanno a disposizione, non ha molto senso cambiare tutto subito. Poi tra tre anni o dieci si vedrà.
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