Il Posticipo
I migliori video scelti dal nostro canale

calcio

Neymar e il docufilm: “Il titolo caos perfetto mi rappresenta”

Neymar e il docufilm: “Il titolo caos perfetto mi rappresenta” - immagine 1

Il brasiliano ha concesso una intervista a ESPN parlando sia del lungometraggio che della sua vita dentro e fuori dal campo.

Redazione Il Posticipo

"Un caos perfetto". I 30 anni di Neymar. Protagonista, l'attaccante del Paris Saint-Germain Neymar Jr. E la critica, non solo calcistica, ha apprezzato la scelta del titolo del docufilm su Netflix. perfettamente aderente a un calciatore che ha sempre generato, appunto, caos. Sia fra le difese avversarie, sia nei giudizi su di lui. Il brasiliano ha concesso una intervista a ESPN parlando sia del lungometraggio che della sua vita dentro e fuori dal campo.

SCELTA - Una scelta, quella del titolo, affatto casuale. E che risale all'infanzia. "Penso che questo titolo mi rappresenti, perché ho avuto molti problemi, ma alla fine è andato tutto bene. Ho scelto Caos perfetto perché la mia vita è sempre stata così. Vivo nel caos da quando avevo sei mesi. Ho avuto un incidente con i miei genitori. E anche dopo essere diventato un calciatore, poco è cambiato. C'è sempre stata confusione. In compenso però ho una vita molto bella".

FORZA - Il caos è derivato anche dalla difficolta dell'essere Neymar, l'erede di Pelé, poi di Ronaldo, l'uomo che deve riportare il Brasile sul tetto del mondo. "Ormai sono un uomo maturo, forte, non solo dal punto di vista fisico ma anche mentale. Devo fare i conti, ogni giorno, con una pressione enorme. Per come gioco. Per come vivo. E anche con le attese del popolo brasiliano. Mi sono dovuto concentrare molto anche per conservare una certa lucidità, ci ho lavorato molto e credo di esserci arrivato".

Neymar e il docufilm: “Il titolo caos perfetto mi rappresenta” - immagine 1

PRIVATO - Un caos che si lega anche a diverse illazioni sulla vita privata. "Mostrerò un po' di più della mia vita, la mia quotidianità fra  lavoro, casa e famiglia. Mi si vedrà come padre, figlio, fratello, amico. Abbiamo scelto di raccontare la verità, al 100%. Chi mi conosce sa già chi sono, ed è questo che conta per me. Per quanto riguarda coloro che non sanno nulla della mia vita e dicono solo cattiverie, spero che trovino il tempo di guardare questo documentario e magari di cambiare la loro idea o l'immagine che hanno di me. Magari inizieranno ad apprezzarmi".