Il Posticipo
I migliori video scelti dal nostro canale

calcio

Neville e la sua ‘iniziazione’ allo United: “Schmeichel era davvero crudele con me”

Neville e la sua ‘iniziazione’ allo United: “Schmeichel era davvero crudele con me” - immagine 1
Gary Neville racconta in un Podcast le difficoltà che essere un giovane giocatore del Manchester United comportava. Schmeichel e gli altri senatori lo massacravano verbalmente. Oggi, però, ne ridono assieme.

Redazione Il Posticipo

Chi si ricorda i Fergie’s Fledglings? All'inizio degli anni Novanta, Sir Alex Ferguson tira fuori dal cilindro una serie di ragazzini e li lancia in prima squadra nel leggendario Manchester United. All’epoca non c’era tutta questa curiosità attorno ai giovani talenti e anche la stampa non si occupava molto di anticipare le mosse degli osservatori. Ferguson, però, era convinto che quei ragazzini chiamati Beckham, Giggs, Scholes, Butt e i due fratelli Neville, gli avrebbero dato tanta soddisfazione. E infatti sono diventati la celeberrima Class of 92. Certo, Fergie non era mica tanto imprudente da lasciarli allo sbaraglio, di dargli fiducia e ‘come va, va’: Ferguson aveva una squadra di giocatori blasonati e soprattutto di grande personalità ai quali delegare il ‘rito di iniziazione’ di questi ragazzi, per farli stare in riga e farli diventare grandi. In tutti i sensi. Qualche tempo fa Gary Neville ha raccontato la durissima iniziazione che ha ‘subito’ da Schmeichel.

L’INTRUSO

—  

Parlando al Podcast ‘Quckly Kevin, will he score?’, l’ex terzino destro del Manchester United ha raccontato degli aneddoti giovanili sul proprio inizio di carriera. Da fuori, per un appassionato, potrebbe sembrare tutto rose e fiori ma entrare da giovani in un ambiente straripante leader carismatici non è proprio facile. Neville regala agli ascoltatori un bel cappello introduttivo spiegando a situazione in cui si è ‘intromesso’: “Quando sono entrato per la prima volta in prima squadra, a 18/19 anni, Peter Schmeichel, come ho già detto, era davvero spesso brutale con me. Ora ne parliamo e ne ridiamo ma, accidenti se era brutale! Non si fidava molto di me come giocatore. Schmeichel era il portiere e la linea difensiva formata da Bruce, Pallister, Parker e Irwin era leggendaria. Sono stato il primo a ‘intromettermi’ e lui lo vedeva come un rischio, come una sfida al fatto che potessimo vincere”.

LE VESSAZIONI

—  

Gli appassionati di calcio, generalmente, da bambini avranno fantasticato di diventare calciatori e magari di esordire con la propria squadra del cuore. Ma Neville spiega che, per quanto possa essere emozionante, nel momento della verità non è molto semplice: “Paul Parker si infortunò e cominciai a giocare al suo posto come terzino destro. Ovviamente in quanto giovane calciatore, non sei mai perfetto, fai qualche errore e Peter, in allenamento, mi bombardava quotidianamente per come difendevo, per come crossavo… In genere, dopo le partite era solito fare un certo allenamento: si piazzava sul dischetto del rigore, bloccava il passaggio e diceva ‘è una m****a!’”. Insomma, non proprio un mentore tenero!

D’ALTRONDE…

—  

Non sarà stata una passeggiata ma… “Paul Ince faceva esattamente lo stesso, Roy Keane, Bryan Robson. Mark Hughes, se non gli passavi la palla perfettamente sui piedi quando correva, ti guardava male. Era davvero un gruppo tosto. […] Ricordo che in questi momenti potevano sembrare persone difficili o cattive, del resto guardandomi indietro, sono felice di essere passato attraverso quel sistema di veri leader e personaggi”. Ma alla fine l’addestramento ha funzionato...