Napoli, è il momento della riflessione dopo la vittoria costruita sui record di amarezze. La società azzurra è la seconda squadra del campionato italiano ad aver totalizzato più punti nella storia della serie A (record peraltro ancora ritoccabile con il Crotone). La sensazione è che questa squadra abbia davvero profuso il massimo sforzo ed espresso il miglior rendimento possibile. Non è bastato. Difficile accettarlo, ma è cosi. Complici forse anche alcune scelte.
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Napoli, un finale che fa riflettere
Il Napoli che fra i tanti record, vede quasi tutti i propri giocatori o ex giocatori in gol. E sorge il dubbio: non sarebbero stati utili?
ROSA – La penultima di campionato è stata particolarmente beffarda per il Napoli. Oltre all’inutile vittoria di Genova, una pletora di calciatori ex azzurri ha trovato la via del gol. Quanto basta per alimentare rimpianti anche sulle scelte di Sarri. In gol Pavoletti, Giaccherini e Inglese, Grassi e Gabbiadini che entra e salva il Southampton. Tutti calciatori ex azzurri e che potevano essere utili alla causa di Sarri.
DUBBI - A conti fatti: passi per Grassi, poco più di una speranza. E d’accordo anche non far rientrare Inglese, che comunque avrebbe trovato poco spazio. Resta in piedi, però, l’idea che l’attaccante del Cagliari, l’esterno del Chievo e la punta del Southampton, perlomeno in qualche occasione, sarebbero comunque tornati utili. E in questo senso anche Sarri, specialmente ripensando alle parole dette da Maksimovic prima di lasciare Napoli, dovrebbe perlomeno concedersi il beneficio del dubbio. Possibile che fossero tutti così scarsi da non poter giocare nel Napoli arrivato con la lingua a penzoloni a fine campionato?
FATICA - Al netto degli errori arbitrali, il Napoli non ha molto da rimproverarsi, né troppo da recriminare: è effettivamente arrivato a un passo dal titolo ma con quanta fatica? Con il Chievo ha stentato. Con l’Udinese anche. A Firenze è crollato sia dal punto di vista nervoso che fisico. Imperdonabile per una partita che era comunque da vincere, anche in dieci. Il coronamento di tre anni di sacrifici e fatiche non può essere stato vanificato da una serata (quella di San Siro) finita troppo tardi. Piuttosto, da una rosa troppo ristretta. Anche dalle scelte del tecnico.
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