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Napoli, la soluzione è Milik?

Napoli, serve cambiare. Uomini (e modulo) nuovi per una squadra apparsa stanca e sfiduciata. Milik può essere l'arma in più nel complicato rush finale?

Redazione Il Posticipo

La gara con il Sassuolo, al netto del risultato, lascia in eredità la sensazione che il Napoli debba recuperare in fretta la condizione fisica. L’entusiasmo, nonostante i 9000 tifosi al seguito, sembra ormai scemato. Si è persa fiducia, si è convinti che la Juventus sia più forte? Il Napoli è obbligato a vincere lo scontro diretto e poi tutte le altre partite. E potrebbe anche non bastare, se la Juve non commette un passo falso.

Il 4-2-3-1 risolve molti problemi

Il problema appare fisico: serve cambiare una squadra con le soluzioni contate. In questo senso l’ingresso di Milik a tempo pieno potrebbe contribuire a spostare qualcosa. Il Napoli non ha, in questo momento, lo stoccatore capace di spaccare la partita e di tesaurizzare la mole di gioco prodotta. Insigne è uno straordinario interprete del 4-3-3, ma non è un bomber, essendo molto più portato agli assist. Mertens non sta ripetendo la straordinaria stagione dello scorso anno e Callejon non è mai stato un cannoniere. Quindi il 4-2-3-1, considerando anche la stanchezza dei centrocampisti e la possibilità di alternare gli uomini, sembra la soluzione migliore. Regalerebbe maggiore imprevedibilità, più soluzioni e permetterebbe anche un maggior turnover a centrocampo.

Milik, più di un’alternativa

Milik, del resto, è molto più di un’alternativa: il polacco, per caratteristiche, riesce a inserirsi negli spazi con un percorso meno “ricercato” rispetto a Mertens. Il belga, per fisicità, gioca sull’anticipo dei tempi di gioco per trovare lo spazio necessario alle conclusioni. Milik invece può sfruttare almeno tre scelte. Il cross rasoterra, attaccando il primo o il secondo palo. I palloni alti, sfruttando doti tecniche e atletiche che non gli mancano. La profondità, staccandosi dal marcatore o dettando il passaggio nello spazio. Metodi che rendono la manovra meno ricercata e, di conseguenza, più fluida. Meno dispendio di energie si traduce, fra l’altro, in maggiore lucidità negli ultimi sedici metri. Quello che serve per capitalizzare la mole di gioco. Massimo risultato e minimo sforzo. Una scelta necessaria per una squadra apparsa molto stanca.