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Nani e la vita…con CR7: “A Manchester ha offerto casa sua a me e ad Anderson. Era una competizione continua”

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Nani ha raccontato i suoi primi anni di carriera. Quelli in cui, in nazionale e nei club, ha trovato tante stelle pronte ad aiutarlo per diventare un calciatore migliore. E non solo...

Redazione Il Posticipo

Non è facile essere...il nuovo Cristiano Ronaldo, soprattutto quando l'originale gioca con te e non ha neanche venticinque anni. Il portoghese Nani ha raccontato qualche tempo fa a Goal i suoi primi anni di carriera. Quelli in cui, in nazionale e nei club, ha trovato tante stelle pronte ad aiutarlo per diventare un calciatore migliore. Cominciando dalla generazione d'oro del calcio portoghese, che lo ha accolto a braccia aperte nel 2006, quando è entrato nel giro della nazionale.

INSEGNANTI

"Deco, Maniche, Luis Boa Morte. Nei miei primi giorni in nazionale, i calciatori con più esperienza mi aiutavano tantissimo. Mi davano consigli e mi sgridavano quando facevo qualcosa che non era la cosa migliore per la squadra, com un dribbling di troppo o un passaggio al momento sbagliato. Mi stavano facendo da insegnanti. Mi è stato molto utile. Ero giovane e dopo quel periodo potevo dire la mia in Premier League e in Champions League". Già, perchè nel 2007, un anno dopo l'esordio in nazionale, arriva una chiamata importante. Il Manchester United, dove giocava un certo...CR7, il calciatore a cui tutti paragonavano Nani.

CASA CR7

E Ronaldo prende subito il connazionale sotto la sua ala, così come il brasiliano Anderson, appena arrivato dal Porto. "Quando ci siamo trasferiti a Manchester, Ronaldo ci ha offerto casa sua. Abbiamo vissuto con lui per qualche mese, il tempo di conoscere bene la città e abituarci. Quando abbiamo trovato ognuno una casa ci siamo trasferiti, ma ci è stato molto utile perchè ci ha aiutato con l'inglese, la guida dall'altro lato e tutto il resto". Insomma, un lato nascosto di CR7, che ha preso i due nuovi arrivati e li ha fatti sentire a casa. Nel vero senso del termine. Ma si sa, vivere con CR7 significa...competere. Come in ogni cosa, il futuro Pallone d'Oro vuole essere il migliore. "Ci insegnava, ma allo stesso tempo era una competizione continua dentro casa. Avevamo tutto: piscina, campo da tennis, tavolo da ping-pong. E giocavamo ogni giorno, per vedere chi fosse il migliore ma anche per tenerci in forma. E non ci abbiamo mai fatto caso, ma a ripensarci anni dopo, tutta quella competizione ci ha fatto bene". Di certo, ha fatto bene a CR7...