Müller spiega…il suo talento inspiegabile: “Se fai 50 inserimenti a partita, magari una volta segni anche”
(Photo by Philipp Guelland - Pool/Getty Images)
Thomas Müller è un calciatore difficile da definire. Un mistero, al punto che tocca allo stesso campione del mondo 2014 distruggere il mito di una abilità quasi innata nel trovarsi al posto giusto al momento giusto: il vero segreto è il duro...
Redazione Il Posticipo
Thomas Müller è un calciatore difficile da definire, al punto che per lui è stato coniato un termine nuovo: "raumdeuter", ovvero colui che cerca gli spazi. Il tedesco è forse il segreto meglio nascosto del Bayern e della Mannschaft. Quasi mai finisce sotto i riflettori: non è appariscente come molti compagni, non ha i numeri dei migliori bomber sotto porta, ma intanto è comunque fondamentale. A guardarlo, però, è complicato spiegarsi il perchè: fisico normale, tecnica nella norma, velocità buona, ma nulla di eccezionale. Un mistero, al punto che qualche tempo fa è toccato allo stesso campione del mondo 2014, ai microfoni del DailyMail, distruggere il mito di una abilità quasi innata nel trovarsi al posto giusto al momento giusto: il vero segreto è il duro lavoro.
PROVARCI SEMPRE
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"La gente si impegna tanto a spiegare a se stessa o al resto del mondo come un calciatore senza abilità speciali nel dribbling o nel fisico possa essere così efficiente. Mi succedeva, quando ero più giovane, che le persone guardassero le mie partite, magari una un cui segnavo due gol, e poi mi chiedessero 'ma come hai fatto?'. Quindi si è creato un qualcosa di mitico, di speciale, quando c'è una spiegazione totalmente logica. Una delle mie capacità è quella di provarci sempre. Ogni attaccante sa che gli inserimenti possono essere pericolosi, ma non tutti hanno la forza di farne 50 a partita. Magari 49 volte non ti danno il pallone o lo perdi, il calcio è fatto di errori. Ecco perchè devi riprovarci, perchè magari la volta dopo l'errore lo fa il difensore e tu segni. È un qualcosa di molto più logico che attribuirmi una abilità innata". Insomma, nulla di leggendario.
In questa voglia di dare sempre il massimo, però, c'è un segreto chiamato Guardiola. Uno che, pur non avendo vinto la Champions in Baviera, ha comunque lasciato il segno. "Il nostro vantaggio è stato che Pep è arrivato dopo il triplete del 2013. Jupp Heynckes si era appena ritirato e Guardiola le ha provate tutte per avere altrettanto successo. E noi non abbiamo avuto tempo di dormire sugli allori, perchè Pep ci faceva il c**o in ogni allenamento. Voleva dimostrare al mondo di poter vincere anche in un nuovo campionato. Ed è stato importante per noi in quel periodo continuare a vincere la Bundesliga. Dopo di Pep, ci sono stati due o tre anni in cui le altre squadre hanno avuto la possibilità di detronizzarci. Abbiamo avuto momenti in cui siamo stati più deboli, magari anche settimane intere, ma gli altri non ne hanno approfittato. Forse siamo stati fortunati, non lo so. O forse eravamo semplicemente comunque i migliori!". Anche questo...inspiegabile. Ma ormai Müller è abituato!