Müller. Il brasiliano che non ha nulla a che fare con Gerd "mi chiamo così in onore di mio fratello" ha giocato con il Torino a fine anni '80. Poi una breve parentesi a Perugia. Oltreoceano, le grandi soddisfazioni. Campione del mondo con il Brasile e con il Sao Paolo (sua la rete che ha deciso l'Intercontinentale contro il Milan nel 1993). L'ex calciatore, oggi commentatore, ha parlato della sua nazionale e della sua vita in una intervista a TMW ripresa anche da AS. Ama ancora il calcio, lavora come commentatore TV e, da addetto ai lavori, boccia Neymar.

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Müller boccia Neymar: “Un sopravvalutato, non vale i soldi pagati dal PSG

RIO DE JANEIRO, BRAZIL - JUNE 23: Neymar Jr. of Brazil reacts after suffering an injury as teammate Thiago Silva helps him stand up during a Group B match between Brazil and Colombia as part of Copa America Brazil 2021 at Estadio Olímpico Nilton Santos on June 23, 2021 in Rio de Janeiro, Brazil. (Photo by Wagner Meier/Getty Images)
L'ex centravanti del Torino e del Sao Paulo ha pochi dubbi.
NEYMAR - Il Brasile ha perso la Copa America in casa con l'Argentina. Difficile da digerire. Soprattutto per Neymar che deve assorbire l'ennesima delusione con la maglia verdeoro. In questo senso l'ex granata, che in comune con il connazionale ha talento e... bizze, non lascia spazio alle interpretazioni. "Un sopravvalutato. Non vale tutti i soldi che il PSG ha speso per lui. Il suo valore p sovrastimato, non ha mai vinto neanche un Pallone d'Oro. Sia chiaro, non dico che non sia un buon giocatore. Però non è all'altezza dei grandissimi che si possono contare a malapena sulle dita di una mano. E comunque Messi e Cristiano Ronaldo hanno più volte dimostrato di essergli superiori sul campo. Neymar invece è più valorizzato lontano dal rettangolo di gioco".
CARRIERA - Nell'occasione, l'attaccante ha anche ripercorso la sua carriera. Poteva dare di più. "Ho abbracciato la fede, sono diventato pastore. Riesco a conciliarlo con l'attività di commentatore. Non sono tagliato per fare l'allenatore. Serve molta pazienza con i calciatori, specialmente se sono come ero io. Ho preferito lavorare in TV, lo trovo molto più semplice. Certo, sarebbe bello allenare la nazionale ma non è certo una passeggiata. In Italia avrei potuto dare di più. Ero troppo giovane. Uscivo spesso ma la domenica riuscivo comunque a rendere in campo. Ho un ottimo ricordo dell'Italia". Molto meglio con il Brasile. "Ho vissuto momenti bellissimi. Ho vinto e giocato con gente come Romario, Bebeto e Ronaldo che era ancora giovane. Quindi se devo scegliere un attaccante dico Careca".
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