Montella si giocava molto, se non tutto, nella trasferta di Verona. Il Milan si tira Su...so in casa del Chievo, ma non è totalmente fuori dai guai. Il tecnico conquista tre punti che gli permettono di vivacchiare, più o meno serenamente, sino alla supersfida con la Juventus quando, con ogni probabilità, sarà emessa la sentenza definitiva sulla sua permanenza sulla panchina rossonera.
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Chievo dominato: Montella si tira un po’ Su…so
Montella si affida ai suoi fedelissimi e non viene tradito. Suso trascina i rossoneri a una vittoria importantissima che allontana la crisi.
Ci pensa Suso, il fedelissimo
Nell'attesa che il destino si compia, in un senso o nell'altro, ci pensa lo spagnolo, uno dei fedelissimi di Montella. Sblocca il match con il marchio di fabbrica, sinistro a giro sul palo più lontano imprendibile per il portiere. Anche la rete del raddoppio e quella di Kalinic portano la sua firma. In un Milan molto più convalescente che in via di guarigione, la presenza di Suso è fondamentale. Nel deserto di gioco, è un oasi dove i rossoneri possono abbeverarsi a piene mani. Certo, al momento non è acqua fresca, piuttosto è un brodino, ma comunque è meglio di niente.
Senza Bonucci, il Milan difende meglio
Montella, privato di Bonucci dal giudice sportivo, maschera la difesa a quattro con il 3-4-2-1. Calabria gioca sulla linea dei centrocampisti in fase di non possesso, ma si aggiunge al trittico difensivo quando, e capita raramente, deve difendersi. La convivenza fra Suso e Bonaventura sarà anche complicata, ma quella dello spagnolo con Calhanoglu invece, va che è un piacere. A voler essere cattivi sino in fondo, Kalinic si muove meglio senza compagni di reparto, ma è tutto molto rivedibile. Il Chievo non è stato in grado di opporre una resistenza degna di tal nome. L'unica certezza è che con la difesa a 4 (o a tre e ½) i rossoneri rischiano molto meno. Il Milan concede sempre qualcosa sul piano difensivo, ma sulla rete del Chievo il disastro è tutto sulle spalle di Kessie, che avrebbe davvero bisogno di rifiatare.
Una prova di carattere, oltre che di attaccamento
Montella ha le sue colpe, ma di certo il gruppo è sano e nessuno gli rema contro. Mai come in questo frangente, contro due avversari non irresistibili, la squadra poteva “esporsi” e scaricare il proprio tecnico. Invece, in dieci contro il Genoa ha sfoderato una grande prova di carattere, bissata al Bentegodi. Certo, il gioco è un altra cosa e l'organizzazione resta un concetto piuttosto aleatorio, ma c'è una base su cui lavorare. Almeno fino alla Juventus.
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