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Montella e Milan: andare avanti a denti stretti?

Milan di fronte a una scelta: trattenere Montella in attesa della sospirata svolta o interrompere il lavoro. Una decisione che apre due scenari...

Redazione Il Posticipo

Un matrimonio da portare avanti a denti stretti. Sino all'inevitabile divorzio. Milan e Montella sono destinati a vivere da separati in casa almeno sino a fine stagione, sperando in una svolta che sembra non arrivare mai, oppure le strade si divideranno prima? Beh, lo scenario è particolarmente complicato. Nonché “schiavo” della necessità. Molto, se non tutto, dipenderà dal doppio impegno contro Genoa e Chievo. Due ostacoli superabili anche da “questo” Milan ancora convalescente.

Scenario numero uno: l'addio immediato

Se Montella bucasse anche queste due partite, dopo le tre sconfitte consecutive e i due pareggi in Europa League, diverrebbe indifendibile. La soluzione immediata è anche la più rischiosa. Interrompere i rapporti di lavoro con Montella significa anche rinunciare alla possibilità di “agganciare” un allenatore di spessore. Il Milan sogna Conte, Ancelotti e persino un possibile ritorno di Allegri. Ipotesi che si potrebbero verificare solo a fine stagione. Dunque? Meglio aspettare. Anche perché nessun allenatore di livello accetterebbe di allenare il Milan solo per sei o sette mesi. E la dirigenza non vuole rischiare un scelta “forzata” pur di allontanare un tecnico che, bene o male, può ancora giocarsi le sue chance.

Scenario numero due: separati in casa

Montella vince con il Genoa e il Chievo, impresa non impossibile, e rinsalda una posizione quanto mai pericolante. Quasi nulle, tuttavia, le possibilità di riconferma a giugno. La soluzione ideale sarebbe un Milan che ritrova sé stesso, perlomeno capace di centrare il quarto posto e la qualificazione in Champions. Un traguardo raggiungibile anche attraverso la vittoria dell'Europa League che sarebbe salutata con più gioia del quarto posto. Tornare a vincere in campo internazionale restituirebbe appeal anche in chiave mercato. In questo senso Fassone è stato chiaro: non entrare nel giro dell'Europa che conta rischia di costare uno o due top player e lo slittamento del progetto vincente. Un'ipotesi che, per quanto malaugurata, inizia ad assumere contorni reali.

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