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Mertesacker, ansia e stress da calcio: “Ho cominciato a stare bene quando ho annunciato che avrei smesso”

L'ex centrale difensivo di Arsenal e Mannschaft ha rivelato che il calcio non è solo stipendi da capogiro. Tra gli "effetti collaterali" della carriera da calciatore vengono spesso menzionati i problemi fisici, ma il gigante tedesco ha voluto...

Redazione Il Posticipo

Sì, è vero, da piccoli si sogna di diventare calciatori. Il tempo passa e per alcuni il talento comincia a parlare la stessa lingua degli osservatori, gli altri sono costretti a sognare altro. Chi entra a far parte di un club professionistico inizialmente vede solo i lati positivi. Ma, in realtà, anche i sogni hanno qualche difettuccio. Lo sa bene Per Mertesacker.

STRESS - Già, l'ex centrale difensivo di Arsenal e Mannschaft ha rivelato alla BBC che il calcio professionistico non è solo sport e stipendi da capogiro. Tra gli "effetti collaterali" della carriera da calciatore vengono spesso menzionati i problemi fisici, ma il gigante tedesco ha voluto approfondire, grazie alla propria testimonianza, anche il lato emotivo e psicologico di tutto ciò. Il colosso ha spiegato che giocare molte partite di fronte a sessantamila persone è un fattore stressante al quale non ci si abitua, fino ad arrivare a voler vomitare prima delle gare. 'Ho cominciato a stare meglio quando ho detto che avrei smesso". A leggere queste frasi sembra di essere accolti in una dimensione parallela nella quale gli idoli del calcio non sono immuni ai problemi emotivi.

AIUTO - L'ansia da prestazione, in questo caso sportiva, è un problema che non va sottovalutato perché nonostante i luoghi comuni riguardanti gli stipendi esorbitanti e le vite sfarzose, bisogna ricordare che il calciatore è prima di tutto un essere umano che in quanto tale può essere soggetto a pressioni emotive e psichiche. Proprio riguardo la salute mentale, Per, oggi allenatore dell'Arsenal Academy, ha parlato anche dell'aiuto che può dare il calcio: ci sono delle campagne umanitarie in Giordania sostenute dai Gunners, in partnership con Save the Children, che si occupano di fornire opportunità di gioco e svago a bambini alle prese con diversi tipi di trauma. Una scelta che certamente trae le sue origini dalla carriera del tedesco. Che non è stata tutta rose e fiori, a differenza di quanto si possa pensare.