Maradona continua a difendere Messi e accusa ancora una volta Sampoli e l’AFA. Il Pibe, come riporta “Mundo Deportivo” ha riportato gli ultimi taglienti giudizi espressi nella trasmissione “De la Mano del Diez” in onda su Telesur. Nel mirino del Pibe de Oro anche la gestione della nazionale e della federazione. L’esempio? Proprio la Croazia, arrivata in finale anche grazie alle scelte di Suker, dirigente della Federcalcio della nazione balcanica che Diego conosce bene, considerato il passato in comune al Siviglia.
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Maradona: “All’Argentina serve un Suker, un decisionista che ha compattato la Croazia “
Il Pibe de Oro torna ad attaccare l'Argentina e Sampaoli, difendendo ancora Leo Messi. Secondo le dichiarazioni a "De la Mano del Diez", l'ideale sarebbe cambiare i vertici AFA. Il modello? Suker e la sua Croazia.
PIETRE - Diego, come sempre, non lascia spazio a troppi giri di parole: “Non è colpa di Messi, insomma, piuttosto del sistema di gioco e di chi gli ruota intorno. Leo dovrebbe essere tutt’uno nel gioco della nazionale, invece quando scambiava la palla con i compagni, come Biglia o Perez, gli tiravano delle sassate. Le vittorie passano anche attraverso la qualità del gioco e non solo dal singolo. Nella nazionale ci sono calciatori a cui passi la palla con i piedi questi poi te la restituiscono con le mani. A Messi sarebbe servita una carriola”.
FEDERAZIONE – E all’Argentina? Un allenatore e un uomo di polso in Federazione. In questo senso, l’obiettivo è ancora Sampaoli. “L’Argentina non ha un tecnico in panchina, piuttosto un giocatore di scacchi. Non ha mai dato un’identità alla squadra. Abbiamo una nazionale che ha perso prestigio in campo internazionale, ma è tutto il movimento che sta andando alla deriva. Lo dovrebbero capire, i vertici dell’AFA (la Federazione calcistica argentina). Prendesse atto di aver perso e sbagliato tutto, volti pagina e avvii un progetto a lungo termine. Servirebbe, innanzitutto, qualcuno che conosca bene il calcio”.
SUKER – Maradona, non a caso, nomina Suker, l’attuale presidente della Federazione Croata. Arrivata in finale contro ogni pronostico. “Il suo decisionismo è evidente. Ha un rapporto quasi barbarico con i calciatori, ma in compenso la squadra è compatta ed è pronta a gettarsi nel fuoco, pronta a lasciare tutto in campo”.
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