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Manè, la stella umile: “Ho sofferto la fame, ho giocato scalzo. Che ci faccio con la Ferrari o due aerei?”

Manè, la stella umile: “Ho sofferto la fame, ho giocato scalzo. Che ci faccio con la Ferrari o due aerei?” - immagine 1

Sadio Manè è...meno glamour e meno social, non solo dei calciatori del Liverpool, ma in generale di tutti i suoi colleghi. E quello che fa non finisce sui giornali, perché non riguarda certo soldi e lusso...

Redazione Il Posticipo

Sadio Mané un calciatore fuori dalla norma. Il simbolo di un paese che nella prima volta nella sua storia vince la coppa d'Africa. Del trio d'attacco del Liverpool, forse Sadio Manè è il calciatore meno appariscente. Ma non per questo il meno importante. Il senegalese è riuscito in un vero e proprio miracolo, quello di non farsi mettere in ombra da due compagni di reparto come Salah e Firmino. E poi di vincere la Coppa D'Africa. Ma se in campo lo si nota molto, ma fuori difficilmente fa notizia. Forse la questione è che Manè è...meno glamour e meno social, non solo dei calciatori del Liverpool, ma in generale di tutti i suoi colleghi.

LUSSO? NO, GRAZIE - Anzi, la maggior parte di quello che fa non finisce sui giornali, a meno che non ci sia qualcuno che lo ritrae in una foto, come quando lo hanno immortalato mentre aiutava a pulire una moschea a Liverpool. Già, perchè in fondo Manè è quanto di più lontano possa esistere rispetto allo stereotipo del calciatore. Niente lusso e tanto impegno sociale, come spiega nelle dichiarazioni a nsemwoha.com, riportate da Marca. "Perché dovrei volere dieci Ferrari, venti orologi di diamanti e due aerei? A cosa servono queste cose per il bene del mondo?"

Manè, la stella umile: “Ho sofferto la fame, ho giocato scalzo. Che ci faccio con la Ferrari o due aerei?” - immagine 1

AIUTARE GLI ALTRI - Ma l'esperienza di vita ha segnato Manè. Che per questo, con i soldi che guadagna, preferisce aiutare chi è stato meno fortunato di lui, che nel calcio ha trovato una via di fuga dalla povertà. "Ho sofferto la fame, sono sopravvissuto a tempi difficili, ho giocato scalzo e non sono andato a scuola. E oggi, con quello che guadagno, posso aiutare gli altri. Come? In tutte le maniere possibili. Ho costruito scuole, uno stadio, abbiamo dato vestiti, scarpe e alimenti a persone in stato di estrema povertà. E poi dono 70 euro al mese a tutti gli abitanti di una zona molto povera del Senegal, per contribuire all'economia familiare".