Hierro, missione fallita e addio: il totem del Real Madrid non sarà più CT della Spagna dopo il fallimento mondiale che con ogni probabilità porterà a una rivoluzione all’interno sia della rosa che degli incarichi. Hierro chiude così un’avventura durata meno di un mese. La locomotiva si è fermata a un binario morto. E certi treni passano una volta sola.
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Luis Enrique, hombre del banquillo?
La Spagna con ogni probabilità darà il benservito a Hierro: al suo posto, secondo il Mundo Deportivo, Luis Enrique è fra i più papabili alla successione.
FIASCO - Quattro partite, senza sconfitte. Uscito ai rigori, d’accordo, ma contro avversari molto più deboli. E comunque la Spagna ha sofferto anche con il Marocco. I capi d’accusa? Non aver sfruttato appieno il materiale umano a disposizione. Non aver centrato i quarti di finale in un tabellone che avrebbe potuto trasformarsi in un’autostrada verso le semifinali. Non aver segnato un gol alla Russia a dispetto di un lungo e inutile possesso palla. Il tiki taka è andato in pensione, e con lui anche una generazione. Urge rifondare. E un riformatore. Ecco perché in Spagna sono convinti che toccherà a Luis Enrique. Mundo Deportivo, quotidiano sempre molto attento alle voci riguardanti ciò che gravita intorno al Barcellona e agli ex del Barcellona tiene in altissima considerazione l’ipotesi.
PRO – Luis Enrique ha già raccolto un’eredità difficile. Il Barcellona del dopo Guardiola aveva rigettato il Tata Martino e la scelta della società sembrava un azzardo. Invece il tecnico asturiano, che conosceva bene l’ambiente, dopo un avvio difficoltoso ha compattato il gruppo (non senza scontri anche con i senatori) e centrato un clamoroso triplete facendo convivere Messi, Suarez e Neymar e gestendo con carisma l’addio di Xavi sostituito con Rakitic senza che la squadra ne abbia risentito. Gli unici dubbi sono legati agli “effetti collaterali”.
CONTRO – Luis Enrique ha un passato da grande giocatore, ma ha vinto solo con il Barcellona. E quando si è allontanato dalla Catalogna non è sempre finita benissimo. Il curriculum non è in discussione, ma l’unico dubbio riguarda i metodi di allenamento e il carattere dell’asturiano, che spesso e volentieri è arrivato ai ferri corti con la stampa e l’opinione pubblica. Luis Enrique non è facilmente gestibile e soprattutto è un uomo di campo. Ha bisogno di lavorare quasi ossessivamente sugli schemi e la testa dei giocatori. Ecco perché potrebbe essergli preferito un selezionatore
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