Luis Enrique non rinnova. Aspetta il Mondiale. L'Hombre Vertical è fedele a se stesso. Non vuole un contratto senza meritarselo sul campo. E intanto prepara la Spagna alla kermesse qatariota in serenità. La brutta sorpresa capitata all'Italia dimostra quanto sia stato importante evitare le forche caudine degli spareggi. "Se una nazionale non centra la qualificazione ed è costretta a giocarsi il tutto per tutto ai playoff capita di ritrovarsi in situazioni estreme ed imprevedibili. Può capitare anche all'Italia, la squadra campione d'Europa in carica", spiega ad AS il commissario tecnico che poi affronta anche altri argomenti.

calcio
Luis Enrique: “Non rinnovo prima del Qatar. Se poi sbaglio in Coppa del Mondo?”
L'Hombre Vertical è fedele a se stesso. Non vuole un contratto senza meritarselo sul campo
PROSPETTIVE - La Spagna ha stupito agli Europei, è arrivata a giocarsi la Nations League e adesso va a caccia di conferme in Coppa del Mondo... senza campioni del mondo. "Abbiamo un mix di giovani ed esperti che sono in grado di giocarsela con qualsiasi rivale. Mi auguro di poter recitare un ruolo importante nella fase a eliminazione diretta nel torneo. Non so se possiamo vincere, ma di certo aspiriamo a competere. Saremo un rivale scomodo per tutti perché si è creato un gruppo che ha forte autostima".
RINNOVO - Capitolo rinnovo. Luis Enrique non ha ancora firmato: "Non ho ancora deciso se continuare dopo i Mondiali. Sento il sostegno e l'affetto dei vertici della Federazione. Non credo che un contratto abbia un valore se non saranno raggiunti gli obiettivi. Se sbaglio commetto qualche errore grave (eufemismo) durante i Mondiali rischio di essere comunque licenziato. Se le cose andranno male, sarò il primo a togliere il disturbo. Dunque meglio sedersi dopo il Qatar. E comunque non credo che il mio futuro sia così interessante da essere argomento di discussione".
BARCELLONA - Una sfida particolare, quella con l'Albania. Si gioca a Barcellona. Una scelta anche "politica" per ritrovare l'affetto della gente. E solo Luis Enrique poteva tenere unito il tessuto fra la Catalogna e la nazionale. "Non giochiamo qui da 18 anni, spero che la gente si possa divertire. L'ultima volta che ho giocato qui è stata una delle partite più belle e importanti della mia vita, la finale dei Giochi Olimpici di Barcellona '92. Sono certo che la gente risponderà e riempirà il Cornellá".
© RIPRODUZIONE RISERVATA