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Luis Enrique: “Chi non sa gestire le critiche non può allenare. La sfida con la Germania ha generato troppa euforia..”

LISBON, PORTUGAL - OCTOBER 07:  Luis Enrique, manager of Spain holds the ball in the dugout during the international friendly match between Portugal and Spain at Estadio Jose Alvalade on October 07, 2020 in Lisbon, Portugal. (Photo by Octavio Passos/Getty Images)

Alla vigilia della sfida con il Kosovo il CT spagnolo si difende dalle polemiche generate dalle ultime prestazioni.

Redazione Il Posticipo

Spagna vincente, ma non divertente. E senza un undici titolare facilmente identificabile. I capi d'accusa che pendono su Luis Enrique non influenzano il commissario tecnico spagnolo che in conferenza stampa difende le sue scelte e restituisce al mittente ogni tipo di speculazione. Le sue parole sono riprese da AS.

SCELTE  - La critica sta diventando severa. Luis Enrique ne prende atto. E va avanti per la sua strada. "Qualunque cosa accadrà e qualsiasi scelta compia, genererà comunque diverse discussioni. I calciatori sono in buone condizioni. Saranno loro a conoscere per primi le mie decisioni. E solo dopo saranno rese pubbliche. La tensione a volte distorce la realtà. Ho il diritto e il dovere di prendere decisioni E lo farò senza ascoltare i Pepe, i Manolo o i Lucas. Rispetto tutte le opinioni, ma ho le mie idee e continuerò a perseguirle. Se la Spagna avesse una formazione facilmente identificabile e non vincesse comunque, mi verrebbero contestate altri tipi di scelte. I tifosi e i media generano il dibattito. I tifosi sono sempre uguali:  se vincono si divertono e se perdono si arrabbiano".

GIOCO - I giudizi di Luis Enrique vanno oltre il risultato. Oggettivamente, però, la Spagna palesa difficoltà nel trovare la via della rete. Un problema che non dovrebbe verificarsi anche contro il Kosovo: "La tensione della partita distorce la realtà, ecco perché è così difficile giudicare. Ho detto che nessuno avrebbe giocato 90', ma posso anche raccontare qualche bugia ogni tanto. Ogni giocatore è trattato in modo diverso, vi sono esigenze differenti. E le difficoltà offensive non mi preoccupano. Sono contento degli attaccanti che ho. Il mio lavoro è quello di metterli in condizioni di trovare la via della rete e cercare un gioco che esalti le loro caratteristiche. E comunque se non sai come gestire le critiche, non puoi essere un giocatore professionista o un allenatore. Sia chiaro. Nessuno vince facilmente, Forse la sfida con la Germania ha generato troppa euforia, ma io sapevo che non sarebbe stato così. Nessun problema. Il Kosovo va sconfitto per aggiungere altri tre punti alla nostra classifica. Poi se riusciamo anche a divertire i tifosi, meglio".