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Low: “In Germania i calciatori non sanno che fare col pallone”

Il tatticismo esasperato rischia di creare problemi al calcio. Un principio già largamente condiviso, che però ora trova un sostenitore celebre: Joachim Low, CT della nazionale campione del mondo.

Redazione Il Posticipo

Il tatticismo esasperato rischia di creare problemi al calcio. Un principio già largamente condiviso, che però ora trova un sostenitore celebre. Anzi, probabilmente il migliore possibile. Se persino il CT della Germania campione del mondo, Joachim Low, decide che è ora di preoccuparsene, significa che il fenomeno ha raggiunto livelli che non si possono ignorare. L'allenatore della Mannschaft ha infatti espresso i propri dubbi sulla scarsa bontà tecnica della Bundesliga, che rischia seriamente di inficiare sulla spedizione teutonica in Russia, dove i tedeschi tenteranno una doppietta che non riesce a nessuno dai tempi del Brasile di Pelè (1958 e 1962).

La nazionale tedesca è forse la più forte al mondo...

Il problema è abbastanza semplice e viene sottolineato da Low con altrettanta schiettezza. In Germania ci si preoccupa molto di giocare contro il pallone. E in effetti della sua innovatività tattica, del gegenpressing e di molte altre amenità, la Mannschaft ha fatto la sua forza, fino ad affermarsi come prima potenza del pallone planetario. E non solo con il Mondiale vinto, ma anche e soprattutto con la profondità di una rosa che fa spavento e che sottolinea ulteriormente, qualora se ne sentisse il bisogno, il momento d'oro del calcio tedesco. Che dopo le debacle dei primi anni Duemila ha cominciato un progetto di rifondazione completa, evidentemente foriero di ottimi risultati. Quando la palla ce l'hanno gli altri, insomma, i tedeschi non si battono.

...ma la Bundesliga secondo Low ha qualche problema

Ma cosa succede quando il pallone tra i piedi ce l'hanno loro? Questo è esattamente quel che si è chiesto Low, assieme ovviamente a chi non si limita ad apprezzare e applicare un calcio tatticamente perfetto e performante, ma che si preoccupa anche che la propria squadra sia in grado di produrre gioco senza doverlo per forza fare a scapito dell'avversario. Ed ecco la stilettata alla Bundesliga, condivisa tra l'altro dal grande ex Matthias Sammer: ci si preoccupa così tanto di sapere cosa fare quando la palla ce l'ha la squadra avversaria, che non ci si concentra più sullo sviluppo di una propria identità. Una situazione lampante in Germania ed evidenziata alla perfezione dalla classifica del campionato teutonico.

Si gioca contro il pallone, piuttosto che con

Dove il Bayern continua a veleggiare indisturbato verso l'ennesimo Meisterschale, mentre la lotta Champions è accesissima, ma a distanza di anni luce dai campioni in carica e futuri della Bundesliga. La questione è che i bavaresi sono l'unica squadra con un'effettiva proposta di gioco. Le altre compagini, a partire dal sorprendente Lipsia (secondo lo scorso anno e in grado di fermare la corazzata Bayern nell'ultimo turno prima della sosta), vanno avanti con un gioco speculativo e legato alla prestazione dell'avversario. Non per nulla i sassoni hanno colpito la squadra di Heynckes con due contropiedi, senza mai prendere realmente in mano il pallino del gioco a squadre schierate.

E Low? Spegne la TV

Un tipo di calcio che al CT della Germania non piace molto, al punto che ha dichiarato che spesso spegne la TV per la pochezza di alcune partite. Ed il fatto che Low, che ha a disposizione un arsenale di talento impressionante, si debba preoccupare di una mentalità troppo difensiva, forse deve far ragionare anche il calcio italiano. Anche la Serie A è spesso ancorata a proposte più speculative che costruttive e magari questo ha influito nell'abbassamento del valore della Serie A e, di conseguenza, della nazionale. Bisognerebbe tornare a lavorare di più con il pallone, chiosa l'allenatore campione del mondo. E, tra logica del ragionamento e risultati raggiunti, resta davvero difficile dargli torto.