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El Loco Abreu non si smentisce mai: tira un tavolo ai tifosi

Dopo l'ennesima scialba prestazione della sua squadra, Sebastian Abreu, per tutti El Loco, ha deciso di...tirare un tavolinetto ai tifosi che contestavano.

Redazione Il Posticipo

Se ti chiamano El Loco, un buon motivo dovrà pure esserci. Anche se in Sudamerica è un soprannome abbastanza inflazionato, c'è sempre qualcuno che gli tiene fede con dedizione e con atti che ne sottolineano la bontà. Come Marcelo Bielsa, che è El Loco delle panchine. Ma quando si parla di campo, l'unico vero Loco è Sebastian Abreu. Uruguaiano, quarantuno anni e ancora nessuna intenzione di lasciare il calcio. Anzi, l'ex numero tredici della nazionale si è da poco aggiudicato un record molto particolare: è entrato nel Guinnes dei Primati. È il calciatore professionista che ha militato nel maggior numero di squadre.

TAVOLINO - Ma ora che gioca in Cile e difende la maglia dell'Audax Italiano, Abreu sembra aver adocchiato un altro record poco ortodosso. Quello del lancio del tavolino. Disciplina non proprio nobile e neanche regolamentata, ma in cui l'uruguaiano, almeno a occhio, è in grado di eccellere. Dopo l'ennesima scialba prestazione della sua squadra, infatti, El Loco prima ha cercato il confronto con i tifosi che contestavano e poi ha deciso di...tirare un tavolinetto in tribuna. Chissà se il lancio ha contribuito a migliorare la situazione o se è solamente servito ad esacerbare ulteriormente gli animi. Quel che è certo è che nel grande libro delle pazzie di Abreu, si aggiunge una nuova pagina.

LOCO - Una carriera che inizia a sedici anni con un clamoroso Sudamericano Sub17, in cui attira le attenzioni di tutte le big dell'Uruguay. Ma il talento, immenso, è secondo solamente alla...locura. Liti con i compagni, per non parlare degli allenatori. Screzi con i tifosi (con o senza lanciare mobili), fughe improvvise e ritorni da romanzo. Non sorprende dunque che sia alla squadra numero 26 della sua lunga storia d'amore con il calcio. Perchè in fondo, Abreu così Loco poi non è. Forse è semplicemente un istrione del pallone, che passati i quaranta continua a divertirsi e ad arrabbiarsi ancora come se giocasse per strada con gli amici. E la dimostrazione sta tutta nel famoso rigore decisivo contro il Ghana al mondiale 2010. Da Abreu tutti si aspettano chissà cosa, magari qualcosa di straordinario. Cucchiaio, ovviamente. Perchè un rischio tale? Perchè il portiere fino a quel momento si era sempre gettato dallo stesso lato. E quindi tirarlo centrale era la soluzione migliore. Loco sì, ma mica scemo!