
Lo strano destino di Spalletti, destinato a perdere, per un motivo o per un altro, prima il capitano e poi la panchina. La storia si ripete, per il classico non c'è due senza tre... sebbene siano tutte situazioni profondamente diverse.
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Lo strano destino di Spalletti, destinato a perdere, per un motivo o per un altro, prima il capitano e poi la panchina. La storia si ripete, per il classico non c'è due senza tre... sebbene siano tutte situazioni profondamente diverse.
ROMA - Tutto inizia a Roma quando il ritorno di Spalletti nella capitale coincide con il periodo più difficile della carriera di Francesco Totti. Il capitano è agli sgoccioli della carriera e i rapporti fra i due non sono quelli della prima gestione del tecnico toscano, quando una intuizione di Spalletti che spostò il giallorosso da trequartista a centravanti trasformò Totti in un cecchino capace di vincere anche la Scarpa d'Oro. Nel 2015/2016 la tensione esplode presto, ma è gestibile grazie ai risultati ottenuti dal tecnico che risolleva la squadra e dalle straordinarie prodezze di Totti che a suon di gol convince la dirigenza a prolungare di un altro anno il contratto in scadenza. Il 2016/2017 è l'anno della spaccatura, che coinvolge anche il tifo. C'è chi sta con Spalletti e chi con Totti ma la stragrande maggioranza è a favore del capitano giallorosso che comunque lascia il calcio giocato a fine stagione. Spalletti invece lascerà la Roma. E perdono tutti. La Roma non entra più in Champions, Totti lascerà Trigoria qualche anno dopo anche da dirigente.
MILANO - Per certi versi simile, la storia a Milano. Icardi, come tutti gli attaccanti allenati da Spalletti, ha un rendimento altissimo. Nella sua prima stagione segna gol senza soluzione di continuità e la sua Inter, esattamente come il Napoli, parte lanciatissima. Sembra destinata a lottare per lo scudetto ma poi centra una stentata qualificazione in Champions. L'anno successivo è assai complicato complice la telenovela riguardante il rinnovo di contratto del capitano nerazzurro. La situazione peggiora di mese in mese sino a costringere la società a usare il pugno duro. Icardi perde prima il posto da titolare e poi la fascia di capitano. E a fine stagione lascia l'Inter. Seguito dallo stesso Spalletti. Senza di lui, Icardi inizia la sua parabola discendente mentre Spalletti centra comunque i propri obiettivi in campionato.
NAPOLI - L'addio di Insigne completa un trittico abbastanza clamoroso, anche considerando che nei precedenti il minimo comune denominatore è stato anche l'addio alla panchina. La sensazione è che a Napoli la vicenda possa avere un epilogo diverso. Non necessariamente, in questo caso, l'addio di Insigne si è accompagnato a quello di Spalletti. E la scelta è stata azzeccata.
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