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Lo sfogo di Gattuso: “Quando dicono che sono razzista impazzisco. Voglio essere giudicato per il mio lavoro”

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Nel 2021 l'approdo al Tottenham di Gattuso è saltato a causa di alcune accuse di omofobia, maschilismo e razzismo. E ora a Valencia, la storia si sta ripetendo. Stavolta, però, Ringhio non ci sta a essere accusato senza poter dire la sua...

Redazione Il Posticipo

Per far rimanere quasi senza parole uno come Gennaro Gattuso ce ne vuole. Eppure il campione del mondo 2006 si è tenuto dentro tanto, molto, soprattutto negli ultimi tempi. Già nel 2021 il suo approdo al Tottenham è saltato a causa di alcune accuse di omofobia, maschilismo e razzismo e della reazione dei tifosi. E ora che la sua carriera da allenatore lo ha portato alla guida del Valencia, la storia stava rischiando di ripetersi. Stavolta, però, Ringhio non ci sta a essere accusato senza poter dire la sua. E in una lunga intervista al Corriere della Sera affronta, come suo solito, a petto in fuori la situazione.

IL RAZZISMO

Le accuse che gli vengono rivolte riguardano frasi molto lontane nel tempo, ma soprattutto estrapolate dal contesto. E a Gattuso danno, comprensibilmente, tanto fastidio "Quando sento dire che sono razzista mi sembra di impazzire. Nessuna persona può essere giudicata per il colore della sua pelle. Per me conta la persona, la sua onestà e la sua lealtà". Anche perchè, per storia famigliare e personale, Ringhio il razzismo lo conosce bene, quello verso gli italiani che si trovano a lavorare lontani dal proprio paese. "Mio padre è andato a lavorare in Germania per un anno e mezzo, un quarto della mia famiglia è sparso nel mondo a cercare la fortuna che la Calabria non gli ha concesso, come potrei essere razzista?".

L'OMOFOBIA E IL MASCHILISMO

Per non parlare poi delle dichiarazioni incriminate. Quella sul matrimonio, definito l'unione tra uomo e donna, è fondamentalmente il punto di vista di buona parte di quell'Italia che, come Gattuso, è cattolica e praticante. Ma mai il tecnico ha voluto imporre la sua idea agli altri. "Poi ho aggiunto che per me ognuno è libero di fare come vuole. Ed è proprio quello che penso. Ogni libertà, compresa quella dei comportamenti sessuali, è sempre benvenuta ed è segno di progresso". Sulla questione maschilismo, poi, c'è da fare un discorso a parte. Quando Barbara Berlusconi ha sostituito Galliani al Milan, Ringhio, per sua stessa ammissione, non l'ha presa bene. "Questo è qualcosa che può spiegare il mio stato d’animo quel giorno: io considero Galliani la persona migliore che ho incontrato nel mondo del calcio, uno che non ti fa mai sentire solo. Quando ho capito che il suo ciclo al Milan stava finendo ho sofferto, molto". Da lì, frasi infelici sulla capacità delle donne di fare bene nel mondo del calcio. Ma Gattuso ammette di aver cambiato idea. "In ogni campo le donne fanno come e meglio degli uomini. Lo stanno dimostrando nei governi, nelle aziende, in ogni settore. Più donne avranno responsabilità e meglio sarà".

LA RICHIESTA DI GATTUSO

Da questa situazione, però, Gattuso ha tratto degli insegnamenti che lo hanno fatto crescere. "Ho capito che in questo mondo bisogna rispondere solo sì o no, non dire quello che pensi perché le parole possono essere isolate, tagliate, piegate, mutate e tu ti trovi in un ritratto che è quello di un altro". Infine, una richiesta che guarda al futuro, più che al passato. A Valencia l'accoglienza di alcuni tifosi non è stata per nulla positiva, proprio in seguito alle polemiche riguardo le posizioni del tecnico. Ma a essere giudicato prima di potersi mettere all'opera, Ringhio non ci sta. E quindi c'è un appello diretto a tutta la aficion bianconera. "Voglio solo fare il lavoro che mi piace, con tranquillità. E voglio essere giudicato solo per quello: per quello che sono davvero". Ovvero, una persona schietta e sincera.