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Il Lione e il silenzio stampa…nel vero senso della parola

Dopo l’approdo ai quarti di finale di Europa League, l’Olympique Lyonnais piomba in un inaspettato silenzio stampa. Modello-Bearzot? No, è la stampa a non seguire più il Lione. Tutta colpa di un tweet di Aulas.

Riccardo Stefani

Nella serata di venerdì, dopo diverso tempo, a Roma, torna in campo Maxime Gonalons per pochi minuti. Contemporaneamente i giornalisti francesi decidono di boicottare la conferenza stampa del Lione animata da colui che di Gonalons ha ereditato il posto nel capoluogo dell’Alvernia-Rodano-Alpi: Lucas Tousart. Erano davvero quattro gatti (e un Leone) alla conferenza pre-gara di Olympique Lyonnais-Caen; non c’era quasi nessuno pronto ad esaltare l’ottima prestazione contro il CSKA Mosca; nessuno che chiedesse di più sul sofferto pareggio per una rete ad una contro il Montpellier della settimana precedente; nessuno che chiedesse informazioni su quali contromisure tecnico-tattiche siano state prese agli avversari dell’indomani del Caen dopo che questi hanno prevalso in coppa nazionale nel primo giorno del terzo mese dell’anno. Niente di niente, tutto poco interessante, con un imbarazzato Tousart che sembra parlare da solo e con un Bruno Génésio con un’espressione piuttosto sarcastica dipinta sul volto.

IL CASUS BELLI

Ma cosa è successo con esattezza? Beh, è stato indetto un silenzio stampa, ma non dall’allenatore dei Gones bensì dalla stampa stessa. Un silenzio stampa che di precedenti ne ha ben pochi o addirittura nessuno, causato da qualche uscita poco social e poco apprezzata del presidente bianco-rosso-blu, Jean-Michel Aulas. Il patron lionese, a capo del club dal 1987, avrebbe premuto sul tasto d’invio a dei tweet al veleno contro un giornalista ed un consulente, Nicolas Puydebois, che tra l’altro è stato anche portiere dell’OL per qualche stagione. Durante la conferenza è stato consegnato un messaggio da un rappresentante che spiegava a tecnico e giocatore che avevano dato disponibilità di sottoporsi alle domande dei media che “i media che seguono l'Olympique Lyonnais hanno deciso in protesta di ignorare le sue notizie dalla partita contro Caen di domenica. Pertanto, non parteciperemo a questa conferenza stampa” chiarendo che la posizione presa non fosse dovuta a nulla di personale contro i due membri del club partecipanti.

Silenzio stampa: alcuni...precedenti

In ogni caso non è la prima volta che una delle due parti dell’indissolubile nodo calcio-media fa un passo indietro. Il primo esempio, forse il più illustre, è quello di Enzo Bearzot. Delusa dalle critiche della stampa dopo la fase a gironi di Spagna '82, la Nazionale decide di non farsi più ‘scocciare’ e destabilizzare dalle chiacchiere. Quell’anno gli azzurri inaugurano la storia del silenzio stampa e alzano la coppa del mondo. Caso più recente, invece, è quello dello sciopero del verbo indetto dal Napoli quando lo scorso agosto volgeva malinconicamente al termine: questo però era legato più ad una questione di mercato, o meglio, all’infinita telenovela Reina, alle sirene francesi e alla paura che destabilizzare ulteriormente le posizioni del leader spagnolo avrebbe rischiato di spaccare lo spogliatoio generando dei conflitti come a quelli che si sono visti negli ultimi giorni catalani di Neymar.

In ogni caso il Lione potrà approfittare del silenzio per rilassarsi un po’, staccare la spina, concentrarsi sulla stagione. Anche perché non è proprio la migliore delle ultime annate. E se Aulas avesse architettato tutto ciò per far concentrare la squadra?