Per molti giovani, soprattutto quelli che vivono in situazioni complicate, il calcio è un'ancora di salvezza. Attraverso il proprio talento, sono parecchi i giocatori che hanno potuto dare una vita migliore a se stessi e alle loro famiglie. E succede abbastanza spesso in Brasile, dove a volte le condizioni di vita dei ragazzi sono al limite della povertà assoluta. L'importante è non dimenticare da dove si arriva e quello che si è fatto per sfondare, i sacrifici delle famiglie e quelli personali. Lo spiega molto bene Antony, la nuova stella del Manchester United, in una intervista a Sky Sports.

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L’infanzia pericolosa di Antony nelle favelas: “Davanti a casa mia spacciavano, temevamo per la nostra vita”
La vita nelle favelas
L'attaccante verdeoro, costato ai Red Devils 100 milioni, racconta come è stato crescere in un ambiente che certamente non era quello più adatto a un bambino che aveva il sogno di diventare un campione. "Ero un ragazzino umile di una favela, che non aveva le scarpe per giocare, non aveva una camera e dormiva su era un divano. Vivevo al centro della favela, a venti passa da casa mia c'era un punto in cui spacciavano droga. A volte la domenica vedevo le partite e sentivo odore di cannabis che entrava. Ci sono stati momenti in cui con i miei genitori e i miei fratelli ci abbracciavamo e temevamo per la nostra vita. Altre, nel mezzo della notte, in cui la casa si allagava e dovevamo togliere l'acqua. Ma sorridevamo sempre".
Le lacrime per suo figlio
Ma cosa avrebbe fatto Antony se non fosse diventato...Antony? Un qualcosa a cui il brasiliano non ha mai pensato. "Non ho mai avuto un altro piano, ma sempre lo stesso: diventare un calciatore". Ma sfondare nel mondo del calcio prevede anche sacrifici pesanti. "Sono arrivato all'Ajax durante la pandemia ed è stato difficile trasferirmi senza mio figlio, mi sono perso i suoi primi passi, ho visto solo un video. Però sono i sacrifici che facciamo, il prezzo che dobbiamo pagare. Ma non me ne pento, perchè l'ho fatto per dargli un futuro migliore, affinchè sia orgoglioso di me. La notte piangevo pensando a lui, ma credo che ne valga la pena. Ora è vicino a me e siamo felici". E senza case da svuotare e spacciatori da temere...
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