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Liga, la protesta di Raúl García: “Non potersi abbracciare non ha senso. Ci sono altre situazioni da controllare…”

In Spagna si viaggia verso il ritorno in campo ma il calciatore esprime tutta la sua perplessità al riguardo.

Redazione Il Posticipo

In Spagna si viaggia verso il ritorno in campo ma Raúl García ha diverse perplessità da sollevare. Il calciatore dell'Athletic Bilbao esprime tutti i propri dubbi in una intervista rilasciata a Radio Marca. Il futuro, a suo avviso, è ricco di incognite.

DUBBI - Il centrocampista si chiede se e quando si ripartirà. E, soprattutto, se il campionato sarà portato a termine. "Non sappiamo quando inizierà, non sappiamo cosa accadrà. Nel momento in cui iniziamo a giocare i rischi si amplificano ma proveremo a chiudere questa stagione. Però ci sono diversi controsensi nel protocollo. Le partite a porte chiuse non mi piacciono. Si perde il  senso della partita, sembra che si stia guardando una sessione di allenamento. Mantenersi distanza non ha molto senso, non posso non contrastare un avversario in un angolo in modo che non mi infetti. Se si gioca a calcio, ci saranno contatti, Sono il primo a pensare che tutte le misure debbano essere messe in campo, ma non capisco che non possiamo abbracciarci se segniamo un goal, dopo che ci  alleniamo tutta la settimana insieme".

PORTE CHIUSE - Il giocatore non ama neanche il concetto di porte chiuse:  "Hi già giocato così ed è molto complicato. Per noi, fra l'altro il San Mamés è particolare. Abbiamo sempre quell'aiuto e senza è un grande handicap. Ho già giocato così ed è complicato". Non a caso Athletic e Real Sociedad hanno richiesto alla Federazione di giocare a porte aperte. "Non dovremmo scegliere, ma credo che una finale che significa molto per l'intera comunità basca senza pubblico sarebbe come giocare a testa o croce. In generale preferirei restare a casa, ma se mi dicono che devo andare in un hotel, dovrò andarci. Certo, nel momento in cui ci metteremo in viaggio per giocare ci sono circostanze che non saremo in grado di controllare".