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Liga, la denuncia del Valladolid: “Molti club aggirano i protocolli. Servono regole chiare e uguali per tutti”

in Spagna ci sono già dei malumori sulla ripresa degli allenamenti. Javi Moyano del Valladolid se ne fa portavoce.

Riccardo Stefani

Tutti sperano di poter tornare in campo il prima possibile ma in Spagna ci sono dei malumori sulle differenze di trattamento che potrebbero anche avere delle ripercussioni sulla ripresa del calcio giocato. A farsi portavoce della protesta, come riportato dal Mundo Deportivo,  è Javi Moyano, calciatore del Valladolid, che denuncia le possibili disuguaglianze che, secondo lui, appaiono evidenti sin dai  primi giorni di ritorno agli allenamenti.

I TEMPI - In Spagna, la fase di gestione della pandemia viene affrontata diversamente di città in città e ciò influisce sulla ripresa degli allenamenti. Moyano spiega a RadioMarca: "Dovremmo essere tutti onesti con noi stessi. E pensare che la Liga detti i tempi nel protocollo. Se qualcuno deve impostare i tempi, è la Liga e non ci deve essere flessibilità perché non sarebbe logico altrimenti. Qui a Valladolid, siamo nella Fase 0, quindi con una formazione individuale. A Siviglia, ad esempio, dove si è nella fase 1, ci si allena in semi-gruppo con più giocatori. E ciò farà guadagnare 6 o 7 giorni di vantaggio. Così poco tempo conta molto nella preparazione. Sono pienamente fiducioso che la Liga sarà inflessibile e avrà le stesse regole per tutti. E che i tempi siano gli stessi per tutti".

PALLONE - Le parole di Moyano, poi, si fanno più dure. "Le squadre non possono usare ogni possibile cavillo per cercare vantaggi nel protocollo. Dobbiamo essere tutti equi tra di noi e pensare che c'è qualcuno che detta i tempi. Dobbiamo fidarci di quel protocollo e seguirlo pedissequamente. È inutile imporci che non possiamo usare la palla e vedere altrove persone che calciano e interagiscono tra loro. Queste sono circostanze di cui dobbiamo occuparci e in primis, i club stessi dovrebbero preoccuparsi”.